Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Questo progetto fa parte della
Tesi di Laurea
della Cattedra di Antonino Saggio
RIVER FO.A.M.
Rivitalizzazione delle sponde del fiume Aniene a Tivoli: Tivoli Loop Line per la città, infrastruttura di nuova generazione, e River FO.A.M, Officina di Arti e Mestieri, per un hub culturale e ricreativo per lo studente ed il cittadino.Stella Fratini
AA 18-19 Tesi Discussa l'11 marzo 2019
Relatore Antonino Saggio
Il progetto nasce dalla volontà di rivitalizzare le sponde del Fiume Aniene a Tivoli nella convinzione che questa azione possa avere una ricaduta positiva su tutta la città. A partire dalla scala urbana, l’obiettivo è perseguito attraverso la proposta della “Tivoli Loop Line”, che concretizza l’intento di restituire il rapporto perduto tra la città ed il fiume. L’approccio progettuale è stato in linea con altri progetti della cattedra come Urban Green Line, Tevere Cavo e UnLost Territories ed è consistito nel mappare una serie di vuoti urbani per poi connetterli con un sistema infrastrutturale di nuova generazione, appunto la Tivoli loop line.
La tesi inizia con un’analisi storica che ha come centro il fiume Aniene che è visto allo stesso tempo come risorsa e come crisi: originariamente asse generatore e di sviluppo, successivamente causa distruttiva per le continue inondazioni. A partire dalla crisi più grave del 1826, Papa Gregorio XVI promosse importanti opere idrauliche che hanno innescato una serie di reazioni a catena, rigeneranti per la città dal punto di vista urbano, sociale, produttivo ed economico: le opere Gregoriane sono state interpretate come modello di operazione ecosistemica in grado di trasformare la crisi delle inondazioni in una grande risorsa per Tivoli.
Nel corso del tempo, l’Aniene è però tornato a ricoprire un ruolo negativo per la città, in quanto (insieme alla via Tiburtina, strada extraurbana di attraversamento), separa nettamente l’insediamento in tre settori che non comunicano tra loro, neanche da un punto di vista funzionale, presentandosi dunque quale frattura del tessuto urbano. Ulteriore elemento di criticità è la presenza di diversi spazi e strutture abbandonate, in larga parte derivati dalla non attuazione del PRG e dei piani particolareggiati del 1968-1977.
River F.O.A.M è stato realizzato con l’obiettivo di trasformare le crisi descritte in delle opportunità, connettendo tra loro i vuoti urbani e integrandoli con un sistema infrastrutturale di nuova generazione, che segue il modello del metodo dei progetti già citati.
La Tivoli Loop Line è dunque un loop a percorribilità pedonale, ciclabile e utilizzabile da mezzi elettrici, che attraverso delle operazioni strategiche (ad esempio tratti interrati che diventano percorsi museali, o un ponte che connette i diversi settori urbani) determina un sufficiente interesse economico e turistico per rendere plausibile interventi nelle aree vuote motivandone la riqualificazione e innescando delle nuove interconnessioni. Oltre a quelle fisiche non trascurabili vi sono infatti quelle legate alla raccolta di informazione: attraverso una rete di sensori, dati sulle condizioni climatiche, delle acque, dei flussi di percorrenza eccetera possano essere raccolti e forniti ad enti ed organismi diversi. In particolare nel caso del controllo dei livelli dell’acqua, lo scambio di informazioni tra l’output del sensore e l’ente preposto alla salvaguardia e sicurezza è fondamentale, particolarmente in casi di emergenza.
A partire da queste considerazioni generali e dal disegno tanto della line che all’individuazione dei vuoti urbani suscettibili di implementazione, sono stati prescelti due dei ambiti che si fronteggiano nelle due sponde del fiume Aniene e che si trovano in un’area strategica e prioritaria. Ridisegnate in relazione reciproca queste due aree possono dialogare reciprocamente e cominciare a ricostruire il rapporto tra città e fiume.Nell’area occidentale (a ridosso del settore urbano residenziale e commerciale) si propone di riorganizzare le funzioni attuali presenti nell’area (parcheggio e mercato settimanale) integrandole in un sistema di parco permeabile e articolato secondo i diversi accessi, ossia quello pedonale dalla stazione, e quello carrabile e del trasporto pubblico. Dall’altro lato, nella sponda orientale, è stato proposto un sistema che risponde alla necessità di riconnessione fisica ma anche sociale tra i diversi poli scolastici limitrofi presenti.
L’obiettivo è perseguibile grazie ai finanziamenti delle politiche regionali per i programmi di “Lazio Creativo”, che promuovono la realizzazione di strutture per la condivisione e socializzazione tramite attività culturali, creative, formative. Questi progetti prendono il nome di “Officine di Arti e Mestieri”. Nasce così il River FO.A.M., un hub culturale, ricreativo che ospita diversi tipi di attività in uno spazio flessibile, che si presta a diverse configurazioni a seconda delle esigenze e degli eventi previsti. Lo scopo del progetto è inoltre avere un sistema “permeabile” che diventa parola chiave, sia dal punto di vista idrico, attraverso la strategia adottata della watersquare e dei rain garden, sia da quello dei flussi urbani, attraverso la strategia del Folding dal punto di vista architettonico.
Nel primo caso, le aree del parco sono articolate su diversi dislivelli e percorsi a quote diverse, per poter rendere accessibile il parco anche al variare dei livelli dell’acqua del fiume anche nei casi di esondazione, piogge, o malfunzionamenti della diga presente nelle vicinanze. Per quanto riguarda invece la tecnica del Folding, la strategia è adottata per limitare l’impatto dell’attacco a terra e per rendere permeabile la relazione tra spazio interno e spazio esterno. La tecnica infatti deriva dalla piegatura di superfici triangolari, che diventano involucro e struttura e ospitano due volumi sospesi in cui si articolano le funzioni del River Foam. Si tratta di accogliere un programma di mixité articolato formalmente in una struttura in cui due superfici piegate e disposte ad L, trovano incontro attraverso una connessione vetrata che, dal punto di vista funzionale, ospita le funzioni pubbliche, la connessione trasparente, lo spazio collettivo e distributivo e ai sue due estremità da una parte le officine creative vere e proprie e dall’altra residenze a supporto del centro.
il progetto è vicino metodologicamente a quelli pubblicati nel libro
UnLost Territories
Ricostruire la periferia a Roma Architettura e società nei territori abbandonati
a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco
Urban green line progetti sistemici per una infrastruttura ecologica a roma
UrbanVoids is the book that explains the urban infill strategy to which this project belongs to.
Roma a_venire is the book that collects twenty and more design projects and explains the overall urban, social and design strategy to which this project belongs to.
L'Arca # 278 , International Architectural magazine published the strategy of the Urban Green Line and this this project-
Tevere cavo, una infrastruttura di nuova generazione a Roma tra pasato e futuro
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