Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
iniziata nel febbraio del 2019
MyCARe
Centro di riabilitazione per persone affette da Sclerosi Multipla, Aniene Rims RomaRoberta De Angelis
AA 21-22 Tesi Discussa il 16 marzo 2022
Relatore Antonino Saggio
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MyCARe è un progetto che racchiude ciò che necessita un centro di riabilitazione, nella sua concezione contemporanea. E cioè aperto alla natura, luminoso, attento al benessere psicofisico dei pazienti, ricco di spazi e vedute oltre che di tutti i servizi medici e ambulatoriali necessari.
Il nome stesso sta a rappresentare MOVIMENTO, CURA, MACCHINA, e nello specifico “la macchina del movimento, la cura del movimento”, nel caso in questione, per persone con sclerosi multipla. Si tratta di una malattia dall'impatto percentuale via via crescente anche in rapporto all'invecchiamento della popolazione e si tratta di una patologia progressiva di cui, pur potendone alleviare i sintomi, non vi è ancora una cura completa e definitiva.Nella parte iniziale del lavoro si è svolto uno studio approfondito per conoscere la malattia, attraverso analisi storiche, epidemiologiche, sviluppi medico-farmacologici, l’evoluzione e le diverse forme conosciute di sclerosi multipla ed un studio riguardante le diverse sintomatologie, la successiva diagnosi e prognosi ed il trattamento per ogni differente sintomo.
Tale studio ha portato ad una conoscenza delle problematiche a cui va incontro una persona con sclerosi multipla ed alle successive soluzioni tecniche e architettoniche da adottare al fine di darle una vita dignitosa. Nel progetto, in particolare, queste conoscenze hanno aiutato a capire tanto cosa evitare quanto come e cosa inserire per far si che per ogni differente sintomo e patologia il paziente abbia la possibilità di muoversi all’interno del progetto senza difficoltà e in indipendenza.
Un notevole contributo allo sviluppo del progetto è stato fornito d Francesco Vacca, presidente nazionale di AISM, con cui è stato possibile relazionarsi IN un’intervista che ha permesso la conoscenza di molti fattori da tener in considerazione all’interno del centro di riabilitazione e di tutto l’aiuto medico-sanitario di cui il paziente ha bisogno al fine di garantire la giusta valutazione terapeutica da seguire e gli spazi adeguati alle diverse attività.
Anche in base a questi scambi di opinioni con il dr. Vacca, che ha svoltoli ruolo di cliente virtuale consulente, ha preso forma concreta l’idea del centro di riabilitazione MyCARE quale luogo che si distacca dalla classica tipologia ospedaliera, per disegnare invece un complesso che renda la persona con sclerosi multipla capace di vivere la vita oltre le limitazioni della malattia. In questo quadro MyCARE organizza gli spazi tanto dal punto di vista funzionale che da quello architettonico con una attenzione alla fluidità, alla continuità dei percorsi, ad un andamento sinuoso delle forme a contatto con il fiume Aniene. Il ruolo delle coperture tutte praticabili anche dalle persone con handicap motori sottolinea con grande evidenza questa volontà.
Dal punto di vista planimetrico le forme ed i diversi strati del progetto nascono tramite giaciture ricavate dall'ambiente circostante: si prendono in considerazione gli assi assi esistenti riportati all’interno dell’area ma anche gli andamenti ondeggianti del fiume Aniene a sud e della Riserva Naturale dell’Aniene ad ovest. Queste insieme di tessiture determinano una serie di giaciture e trame dentro il quale si disegnano i vari corpi del progetto che si organizzano in due andamenti sinuosi lungo un asse centrale. L'uno è verso la strada ed il parcheggio, l'altro verso il fiume.
Dal punto di vista funzionale il progetto si suddivide in tre edifici principali, ognuno dei quali caratterizzato da una specifica funzione. L’edificio che dà accesso all’area contiene il centro di riabilitazione vero e proprio con differenti palestre ed attrezzature specializzate per le diverse parti del corpo. Una zona bar-ristoro suddivide gli ambienti riabilitativi da un passaggio intermedio che permette di arrivare nel centro tra le due ali di edifici senza dover entrare nella struttura. Al piano superiore si ha una sala conferenze con annesse sale riunioni per la formazione medica e la conoscenza della malattia.
Un secondo corpo di fabbrica contiene tutti gli ambulatori medici, un centro di ricerca ed una sala prelievi per esami immediati. I due edifici sono collegati tra di loro tramite una terrazza pedonale che garantisce piena accessibilità ai disabili. Parte dal primo piano dell'edificio su strada, si alza al un livello superiore per poi discendere al primo piano del secondo edificio. il collegamento è attuato con rampe e gradinate che poggiano solamente sui supporti laterali in modo da non interrompere il passaggio sottostante e lasciare ampia visuale verso la Riserve della Valle dell’Aniene e il fiume.
Il terzo edificio, situato al centro del progetto, è una struttura di breve soggiorno per i pazienti che hanno terapie in diverse ore della giornata, oppure per chi ne ha in programma per più giorni consecutivi, o semplicemente per chi voglia riposare dopo una terapia. Al primo piano si ha una zona di cucina-soggiorno comune.
E' questo l'unico edificio caratterizzata completamente da coperture pedonali. Il visitatore in questo caso parte dal piano terra e sale, in coda, sino ad arrivare al primo livello per continuare con rampe o gradinate ad un livello successivo per arrivare al terzo livello che offre una terrazza panoramica sul fiume Aniene.Il progetto, infine, risponde ai problemi idrogeologici che riguardano il quartiere per il rischio di esondazione del fiume Aniene e per l’emergenza alluvionale. Nel progetto tali criticità sono state trattate con tre diverse strategie di intervento desunte dallo studio della dissertazione dottorale dell’architetto Gaetano De Francesco Infrastrutture dell’acqua. Si tratta di quella del “convogliare” con una grande water square all’interno dell’area, quella del “diramare” con dei canali come una sorta di tagli in punti strategici del progetto, e quella dell’ “inondare” lungo le sponde del fiume con un sistema misto di terrazzamenti, argini e percorsi allagabili.
Alle crisi idriche risponde anche la tecnologie delle facciate del complesso, composte da due tipologie di pannelli. Nella parte bassa degli edifici si hanno pannelli ampi 50cm ed alti sino a 3.5m che circondano l’edificio per tutta la lunghezza.Sono creati con un perno interno centrale che meccanicamente fa chiudere i pannelli a isolare l’edificio in caso di emergenza idrica. Una seconda tipologia si trova invece nei piani superiori ed è composta da tre binari paralleli di pannelli ampi 25cm che seguono ognuno un movimento differente in modo da creare variazioni e giochi di luce ed ombra all’interno dell’edificio, oltre a regolare la luce naturale all'interno degli ambienti.
plastico di Studio
il progetto è limitrofo a quelli pubblicati nel libro
UnLost Territories
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a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco
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UrbanVoids is the book that explains the urban infill strategy to which this project belongs to.
Roma a_venire is the book that collects twenty and more design projects and explains the overall urban, social and design strategy to which this project belongs to.
L'Arca # 278 , International Architectural magazine published the strategy of the Urban Green Line and this this project-
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