Graduation ThesisTesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
Tevere Cavo una infrastruttura di nuova generazione per Roma tra passato e futuro
pubblicata nel 2016 in questo volume:
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Tevere Cavo
ROLLING STONES:
Progetto di abitazioni mobili e area ripariale alla foce dell'Aniene sul Tevere
Angelica Sansonetti
AA 12-13 Tesi discussa il 18 Luglio 2013
Relatore Antonino Saggio
Tra i molti errori che la città di Roma vive nei confronti del Fiume Tevere vi è quello della “cementificazione” delle sue sponde con dei barconi ancorati sulle rive. Questa opzione è negativa da almeno tre punti di vista. Innanzitutto da quello della percezione del Tevere dalle sue sponde, infatti i grandi barconi precludono a chi passeggia o va in bici la vista del fiume, inoltre dal punto di vista economico si rivelano inefficaci perché sottoutilizzati in gran parte dell’anno popolando le sponde con grandi fantasmi muti e vuoti, infine dal punto di vista ambientale questa opzione è pericolosissima come ben si sa dall’esperienza delle ultime piene. I grandi barconi, a volte alti anche tre piani, sono stati portati via dalla piena e incastrati sotto le arcate dei ponti hanno creato un effetto diga con il danneggiamento delle strutture con il rischio del crollo. All’altezza del lungotevere delle Vittorie vi è ancora un cimitero nascosto dei barconi distrutti, nascosti tra il fogliame.
Il progetto Rolling stones parte nella sua riflessione da questa constatazione e propone una alternativa più logica, sostenibile e interessante anche dal punto di vista dell’economia. Quella di creare case galleggianti mobili per un turismo di qualità che prevede soggiorni nella buona stagione di circa una settimana in luoghi esclusivi del corso del Tevere, in punti naturalistici, ma anche in alcuni punti storici con viste mozzafiato di alcuni monumenti e ponti.
Il progetto elabora due possibili prototipi di case galleggianti; rispettivamente diversi non solo formalmente, ma anche dimensionalmente: le case mobili sono affittate ed essendo più simili ad un piccolo yacht che a un barcone sono molto facilmente spostabili e ipotizzabili anche per piccole crociere lungo il fiume.
Scelta decisiva del progetto non è solo nel disegno di queste case mobili, ma anche contemporaneamente lo studio di un’area - una sorta di marina resort - dove le case possono essere ancorate nella cattiva stagione e quando serve riparate.
Qui nasce la seconda idea alla base del progetto. Ideare questa area ripariale in un luogo “magico” della città, quasi completamente dimenticato.
Si tratta del punto in cui il fiume Aniene sfocia nel Tevere oggi visibile, e solo a fatica, dai centri sportivi nella sponda opposta perché il punto di confluenza è circondato da enormi depositi di auto rottamate.
La foce dell'Aniene viene così rimodellata con un disegno di suolo che crea una collina artificiale lungo il Tevere. La collina è creata dal compattamento delle ferraglie delle macchine provenienti dallo auto demolizione preesistente.
Sopra le ferraglie ricompattate, il terreno è ritombato e riplantumato.
Questa prima isola artificiale determina la possibilità di avere una protezione ad una insenatura interna con due moli e con altri corpi che circondano la baia. I corpi sono pensati come grandi sassi, arenati sull'acqua o sulla riva. Sono adibiti a funzioni di rimessaggio ai piani più bassi, mentre ai piani superiori ospitano strutture commerciali e un ristorante. La piccola baia interna è pensata a proteggere nel periodo invernale le case galleggianti.
Separando gli ambiti del progetto in base alle quote troveremo: una zona prettamente a parco attrezzato lungo il Tevere su cui i percorsi tracciati in planimetria per regolare i flussi estivi (che cambiano funzione per accogliere l'acqua durante i periodi di piena dei fiumi), una zona di rimessaggio nelle aree maggiormente verdi dell'intero progetto poste a ridosso della foce dell’Aniene con un ristorante panoramico, nella zona più protetta all’interno della piccola baia e servita anche dalla via Olimpica un corpo con parcheggi posti al piano inferiore, e servizi al piano superiore tra cui spazi commerciali e centro fitness ai pani superiori.
La scelta formale di questi contenitori vuole marcare la volontà di
mantenere ibrido l'intero landscape. da questo deriva la scelta fomale e planimetrica di trattare i volumi come grandi massi arenati sulle rive da cui il nome stesso del progetto: Rolling Stones.
L'insieme articolato di strategie messe in atto in questo progetto e la volontà di affrontare tanto il tema paesaggistico e architettonico della zona ripariale che il disegno effettivo delle case galleggianti testimoniano la volontà di offrire un elemento di dibattito concreto alla città e una tra le possibile strategie paesaggistiche ed economiche che potrebbero interessare l'area di Tevere Cavo. Si pensi come nel quadro delle continue proposte di navigabilità del fiume dall’Umbria a Fiumicino una proposta di questo genere sia compatibile dal punto di vista ambientale ma anche capace di generare una economia compatibile ed intelligente.
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