Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
Tevere Cavo una infrastruttura di nuova generazione per Roma tra passato e futuro
pubblicata nel 2016 in questo volume:
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Tevere Cavo
ZED
la casa-laboratorio del recycling-design a Roma
Chiara Perfetti
AA 12-13 Tesi discussa il 26 marzo 2013
Relatore Antonino Saggio
Già nel piano regolatore del 1909 del Saint Just, i due colli di Monte Mario e Villa Glori erano collegati da un ampio viale che si completava con un ponte per l’attraversamento del Tevere. Oggi è stato finalmente realizzato il Ponte della musica che completa questo asse e che collega tra loro anche il Museo Maxxi nel quartiere Flaminio e l’Auditorium sotto villa Glori. La presenza del nuovo ponte non è però ancora sufficiente alla valorizzazione di questa sequenza di attrezzature e di percorsi. Infatti, una volta attraversato il ponte, niente accoglie il cittadino che si trova di fronte un tratto particolarmente congestionato del Lungotevere Maresciallo Cadorna e, sulla sinistra, uno sfasciacarrozze che - a fianco del moderno ponte - crea un contrasto assurdo e brucia l’importante opportunità di collegamento armonioso con la grande zona del Foro Italico che si estende subito al di là del Lungotevere.
Il progetto ZED nasce primariamente come opera di raccordo di una serie di flussi che investono questa zona. Innanzitutto quelli provenienti dal ponte, ma anche quelli dell’approdo sul fiume e quelli nelle varie direzioni del Lungotevere.
Il progetto in primo luogo realizza un sottopassaggio che collega le due aree, poste 5 metri più in basso rispetto alla quota del Lungotevere, in modo da risolvere - tra l’altro - il caotico attraversamento stradale in concomitanza di eventi sportivi. In secondo luogo il progetto crea una grande promenade sulla copertura dell’edificio verso Ovest che disegna un percorso prestabilito per i pedoni diretti verso il Foro e che è allo stesso tempo sicuro e paesaggisticamente interessante per la vista dall’altro del fiume.
Nella parte ad Est lungo il Tevere il progetto affronta un altro problema di questa zona, ovvero la presenza di tre percorsi paralleli che corrono lungo il fiume a quote diverse, senza un adeguato collegamento. Qui si disegna una rampa zigzagante che cela al suo interno parte del centro e delle sue attività che trovano sbocco in un’ampia piazza affacciata sul Tevere. Le rampe raggiungono anche la quota della banchina dove sono presenti alcuni moli organizzati in moduli ampliabili secondo la necessità, che permettono l’accesso dal fiume tramite canoe e piccole barche.
ZED si caratterizza dunque da una parte per il fatto che il progetto si muove in maniera zigzagante per connettere le diverse parti di questo nodo della città, ma ZED sta anche per Zone Extra Design. Il programma funzionale di questo progetto adotta una strategia di mixité, in cui la funzione catalizzante è quella di laboratorio di recycling-design, attività consona alla vocazione artistica e culturale dell’asse che termina nel ponte della musica e che può essere anche alimentato con l’approdo sul Tevere. Arrivando sul Tevere il cittadino troverà sia ormeggi che le barche realizzate da materiale da riciclo, una zona di deposito imbarcazioni e poi, salendo sulla rampa, una piazza con Auditorio e bar. Dalla parte opposta, passando nel sottopassaggio, arriverà agli edifici che ospitano laboratori e didattica per lo sviluppo creativo e produttivo della pratica del riciclo oppure, proseguendo in rampa, emergere in uno slargo in asse con Il Foro Italico. Percorrendo il progetto nei suoi diversi punti e modi, il visitatore comprenderà che ZED più che un edificio propriamente detto è una “infrastruttura abitata” e sperimenterà direttamente il fatto che nel concetto di mixité non ci sono solo le categorie del commercio, dell’abitare (qui con una B&B) e della produzione, ma anche quella del rebuilding nature (molto importante nelle coperture verdi e nella piantumazione di nuovi alberi “divoratori” di smog urbano) insieme alla funzione dell’Infrastracturing. Molti progetti nella città contemporanea si danno infatti - come in questo caso - “prima” come nuova infrasttrurazone e solo dopo come edifici. E ZED è un ottimo esempio di questa tendenza e necessità.
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