Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
iniziata nel febbraio del 2016
UnLost Territories
il progetto è pubblicato nel libro
UnLost Territories
Ricostruire la periferia a Roma Architettura e società nei territori abbandonati
a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco
Epub Black&White Color
***
V.
Tecnopolo Phoenix
Un parco tecnologico per la rinascita del polo medico su via Emilio Longoni
Chiara Gai
AA 16-17 Tesi Discussa il 25 gennaio 2018
Relatore Antonino Saggio
Sviluppato tra via Prenestina, via Collatina e via Emilio Longoni, il Tecnopolo Phoenix è un nuovo parco tecnologico che mette a sistema strutture sanitarie preesistenti con la progettazione di nuovi complessi che promuovano la rinascita della zona.
Per affrontare l’analisi di questa proposta è bene seguire tre livelli principali: la crisi, la metafora e il catalizzatore.
La crisi che il progetto vuole affrontare è l’abbandono del polo medico su via Emilio Longoni, il Campus Bio-Medico. Questo infatti dal momento della sua fondazione si è ampliato,sviluppato e garantito un legame attivo con le strutture sanitarie limitrofe, soprattutto il Rome American Hospital. Grazie al Campus viveva anche un grande centro commerciale. Pochi anni dopo fu dedico il trasferimento dalla sede da via Longoni a Trigoria, al fine di ingrandire il complesso. Da quel momento la sede del Campus di via Longoni è stata quasi completamente abbandonata. Oggi rimane attiva soltanto una piccola percentuale che pratica la Radioterapia. Inoltre è stato completamente abbandonato il centro commerciale e alcuni locali vicini che ospitavano degli uffici del Campus. Questa situazione pone la necessità di una rinascita. La presenza del libro progetto “CAMP_US Riqualificazione del blocco militare Cerimant a centro d'arte, all'interno dell'infrastruttura UNLost Line - Quartiere Prenestino.” di Silvia Primavera - vai - sempre in ambito della ricerca UnLost Territories, la presenza della UnLost Line crea delle premesse determinanti per il rilancio del complesso.
Pensando ad una fase importante di comunicazione di una così importante iniziativa, oltre alla necessaria suddivisione in fasi di costruzione e finanziamento, si è elaborata anche una chiave di comunicazione narrativa. Il progetto si lega infatti alla metafora della Fenice, l’uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, come ci si propone con queste aree abbandonate e degradate. La metafora della Fenice dà quindi il nome al complesso e diventa allo stesso tempo un livello del progetto, un valore aggiunto che lo accompagna. Esiste per esempio una costellazione legata alla Fenice, la costellazione Phoenix, la quale è composta di quattro stelle principali. Questa costellazione non poteva essere più attinente al progetto: che, riproducendo il tracciato della costellazione nelle aree in esame, disegnano degli ambiti ben distinti, che delineeranno le diverse parti del sistema.
Definita la crisi e in accordo con l’idea della rinascita, è stato individuato un elemento catalizzatore che consentisse la rinascita e lo sviluppo di queste aree. L’idea di un Parco tecnologico si lega alla necessità di ridisegnare l’area che si estende per quasi tre chilometri, si confronta con la UnLost Line e integra le preesistenze sanitarie. Il Tecnopolo sarà composto da un complesso per lo sviluppo aziendale con l’incubatore d’imprese, un complesso sanitario diviso tra ricerca e ambulatori, un complesso per la foresteria.
Il Tecnopolo diventa specchio dell’innovazione che promuove, comprendendo al suo interno nuove tecnologie, in parte commercializzate, in parte ancora studiate in laboratorio.
All’esterno il progetto appare come un oggetto zoomorfo che da parco diventa edificio. La parola chiave è connessione: tra gli edifici e gli ambienti interni ed esterni, tra la collettività urbana gli operatori, gli scienziati e i pazienti.
Viene progettato nel dettaglio il complesso aziendale, e nello specifico l’edificio dell’incubatore. Questo diventa il cuore del parco, l’elemento mancante per l’avvio di un grande progetto di sviluppo. Tanto dal punto di vista architettonico che da quello funzionale l’incubatole è il tramite2(il “link” diremmo oggi) tra ricerca scientifica e industria. l’edificio dell’incubatore serve a rendere note le une alle altre e sviluppa accordi. A questo fine l’edificio è pensato permeabile e aperto attraversato dai flussi pedonali e naturali con i diversi ambienti ideati per offrire il massimo delle potenzialità. Inoltre l’edificio stesso usa le ultime innovazioni tecnologiche per essere, come altre attrezzature e parti del parco tecnologico, in qualche modo manifesto della sua stessa funzione.