Food for Minds/selectedbooks by qualified readers
E' una selezione di libri di
qualità pensata per fornire suggerimenti ai tavoli degli architetti.
Le recensioni sono a cura di lettori che a uno sguardo serio e penetrante
accoppiano una consapevole modalità di scrittura.
INDEX All reviews
Teorie e scritture
dell'architettura contemporanea
Le recensioni della Sezione Teorie e scritture dell'architettura contemporanea sono state prodotte da architetti dottorandi
di ricerca nel seminario condotto da Saggio nell'AA 2003-2004. Il seminario
ha inteso fornire uno spaccato critico su alcuni testi recenti di teoria dell'architettura
contemporanea e allo stesso tempo aprire la riflessione al rapporto tra teoria
e pratica progettuale all'interno dell'attivita' dei diversi partecipanti,
A partire dal testo analizzato e commentato in ciascun articolo e' presente
anche un progetto architettonico
che serve ad esemplificare, seppure parzialmente, alcuni nessi tra elaborazione
teorica e ricerca progettuale di ciascun dottorando di ricerca. I testi sono
organizzati in cinque sezioni tematiche ciascuna accompagnata da un
breve testo di inquadramento.
La raccolta dei contributi, l'organizzazione dell'indice
e la finalizazzione in html
è a cura dell'Architetto Francesco De Luca
Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica
(Teoria dell'architettura)
Facolta' di Architettura
L. Quaroni La Sapienza Roma Direttore Lucio Barbera
1. Architettura e pensiero
Filippo della Cananea
Francesco Isidori
Luca Reale
L’analisi di tre testi criticamente complementari è l’occasione
per costruire una mappatura del rapporto tra filosofia teoretica e architettura
nel pensiero occidentale del novecento e per valutarne l’evoluzione e le
influenze sulla teoria e sulla pratica architettonica contemporanea.
Una trattazione di filosofia pura, una di estetica e una di teorie
dell’architettura, costituiscono tre punti di vista inizialmente autonomi, tre
radiografie che, messe a confronto sul terreno dell’interpretazione degli
stessi momenti filosofici e artistici, si sovrappongono andando a comporre un
quadro estetico-critico che si pone
come possibile sistema di riferimento comune per diversi modi di progettare
nella contemporaneità. Le parole chiave
di questa struttura relazionale sono frammento, diagramma, decostruzione,
differenza, smaterializzazione, nichilismo, indeterminatezza, grado zero. I
legami tra questi termini non sono dati a priori ma sono da stabilirsi di volta
in volta da parte di ogni singolo architetto che, perduta la rassicurante
copertura della teoria del Movimento Moderno sostenuta dall’opera dei maestri,
si trova oggi a dover elaborare autonomamente un apparato critico di sostegno
al proprio fare architettura.
Tecnica e Architettura di Emanuele Severino, apre la tematica del
pensiero fenomenologico contemporaneo alla ricerca dell’essenza del nichilismo.
Constructions di John Rajchman, in un approfondimento del concetto di
costruzione di Gilles Deleuze, si interroga sulla complessità e sulla
molteplicità di livelli di lettura di un’opera.
Architecture of Indeterminacy di Yago Conde, architetto che
ricostruisce il rapporto tra arte e architettura a partire dalla genesi del
Movimento Moderno rappresenta, infine, la ricerca di una linea comune tra
diverse discipline nel passaggio fondamentale che porta dalla teoria al
progetto.
Indeterminazione o Indeterminatezza?
di Filippo della Cananea
La tesi di un dottorato di
ricerca svolto in un ambito spazio-temporale ampio e intellettualmente
complesso, con referenti tra i quali spiccano Eisenman, Frampton, Tschumi e De
Solà Morales, diventa l’inizio di un percorso critico focalizzato sul concetto
di intertestualità dell’architettura, intesa come operazione complessa che si
genera a partire da una molteplicità di livelli teorici e disciplinari: storia,
critica, estetica e filosofia, ma anche arte, cinema e comunicazione.
Yago Conde,
Architecture of
Indeterminacy,
Actar, Barcelona, 1999, (pp. 288)
Il pensiero, la forma, lo spazio
di Francesco Isidori
Lungo la millenaria
tradizione occidentale, le “figure” che l’architetto conferisce allo spazio,
dal tempio al teatro, dalla chiesa allo stadio, per non dire dell’intera città,
risultano determinate dal senso del mondo sviluppato dal pensiero filosofico.
Comprendere fino in fondo il nostro presente, saper penetrare l’essenziale
nichilismo della nostra storia, è condizione fondamentale per progettare il
futuro.
Emanuele Severino,
Tecnica e architettura,
Raffaello Cortina Editore, Milano 2003, (pp.125)
Singolari montaggi e piegature multiple
di Luca Reale
A partire dal pensiero
filosofico di Deleuze, John Rajchman intraprende un percorso concettuale in cui
architettura e riflessione filosofica si intrecciano e si influenzano
reciprocamente. L’aspetto comune ai due campi è individuato nel partire
entrambi dalla costruzione. Per Deleuze la filosofia è ‘attività di creazione
di concetti’ (non è quindi contemplazione, né riflessione, né comunicazione) e
si presenta di conseguenza come una forma di puro costruzionismo.
John Rajchman,
Constructions,
MIT Press, 1997, (pp.143)
2. Architettura e intorno
Hiam Ebrahim
Sabrina Leone
Daniela Maurizi
Giampaola Spirito
Leone Spita
La riflessione sul tema Architettura e intorno, dove per ‘intorno’
si intende la realtà che ruota intorno alla disciplina nei suoi molteplici
aspetti, mette a fuoco gli esiti pratici e teorici di un ritorno del reale in
architettura che ha spostato il punto di vista etico-estetico degli ultimi
anni. I cinque testi indagati attraverso la lente del realismo, registrano
questo mutamento, dalla teoria, alla metafora alla produzione architettonica.
What is Architecture? An Essay on Landscapes, Building, and
Machines di P. Shepheard, riformula l’universo figurativo della metafora
architettonica nella dimensione concreta del quotidiano che si consuma tra i
paradossi della metropoli contemporanea.
L’ipotesi realista di Tzonis e Lefaivre, in Architecture in Europe
since 1968, è la deriva del regionalismo nell’universo globale, riconosce il
valore di un’architettura ibrida e inclusiva che interpreta le molteplici
realtà del mondo.
La prospettiva islamica della teoria architettonica di A. E.
Ibrahim riapre la questione del rapporto tra “internazionalismi” e
“regionalismi” interpretando la tradizione architettonica islamica alla luce
dell’esperienza del Moderno.
Le esperienze raccolte da Careri in Walkscapes interpretano la
realtà dei luoghi attraverso il camminare quale atto di appropriazione e
trasformazione del luogo.
Moore, in Vertigo propone una chiave di lettura dell’architettura
contemporanea capace di inglobare le diverse modalità/correnti progettuali.
Spiega la realtà che ruota intorno agli architetti star e i loro landmark.
Star system e Landmark
THE STRANGE NEW WORLD OF THE
CONTEMPORARY CITY
di Sabrina Leone
“Today’s cities are
characterized, not by the universal triumph of generic space, but by the often
dramatic encounters between the generic and the specific; the global and the
local; the slick present and the recalcitrant past. (…) This encounters produce
what are actually the distinctive moments of the contemporary city: the hybrid
space, the strange juxtaposition, the sudden shift in scale or variation in
intensity, incongruity.”
Rowan Moore (a cura di),
Vertigo. The strange
new world of the contemporary city,
Laurence King Publishing, London in association
with Glasgow 1999, London 1999, (pp.210)
Dopo l’utopia. Un manifesto realista
di Daniela Maurizi
Uno sguardo
sull’architettura europea che preannuncia un ritorno del reale in architettura.
Dall’immersione nell’attuale realtà molteplice e intercontestuale, il progetto
contemporaneo riemerge definitivamente contaminato da un nuovo contesto ‘allargato’
nell’universo globale, luogo di differenze interconnesse da cui ripartire verso
forme più complesse, ibride e inclusive. E’ la deriva del regionalismo verso un
nuovo realismo.
Alexander Tzonis, Liane Lefaivre (a cura di),
Architecture in Europe Since 1968. Memory and invention
Thames and Hudson, London 1992 (pp.312)
Il
camminare come progetto
di Giampaola Spirito
Il camminare, prima
esperienza che l’uomo compie per abitare il mondo e per trasformare lo spazio
attraversato, continua oggi ad essere utile strumento di conoscenza e di
attribuzione di senso del paesaggio contemporaneo. Questa convinzione porta gli
Stalker, di cui Careri, l’autore del libro, è attivo esponente, a compiere e ad
invitare alla trasurbanza: l’errare all’interno della città attraverso quei
territori caotici, i vuoti urbani, le aree dismesse, gli spazi interstiziali,
in quelle aree in cui si intersecano archeologia, abusivismo, infrastrutture,
rovine industriali, elementi della vegetazione; quei luoghi che la città stessa
e i suoi abitanti sembrano ignorare, ma che ci restituiscono il paesaggio
metropolitano nella sua reale complessità.
Francesco Careri,
Walkscapes - Walking as an aesthetic practice
Gustavo Gili, Land&scape Series, Barcellona
2002 (pp.205)
Il ritorno alla terra
di Leone Spita
Attraverso un racconto ricco
di suggestioni favolistiche, l’autore del libro si imbatte in un progetto
difficile: scrivere di Architettura cercando di definirne i confini. Allo
stesso tempo, trova il modo aprire la disciplina a nuovi incontri: con quegli
aspetti che ce la fanno intravedere. E ci racconta da dove cominciare a cercarla.
Paul Shepheard,
What is
Architecture? An Essay on Landscapes, Building, and Machines,
MIT Press, London 1994.
3. Architettura e paesaggio
Giovanna Donini
Gianna Parisse
Andrea Schiattarella
Wines e l’architettura nell’epoca dell’ecologia
di Andrea Schiattarella
Wines parte da quello che
per lui è un dato di fatto: quella dell’Ecologia è una nuova epoca. La società
consumistica attuale, necessariamente, si troverà presto di fronte a grandi
cambiamenti, innanzitutto nel modo di vivere. Il ricorso alla tecnologia
ambientale, come soluzione dei problemi ecologici è solo un palliativo:
bisogna, sostiene l’autore, arrivare ad una rifondazione culturale e
psicologica che ribalti l’ego-centrismo attuale in eco-centrismo.
J.Wines,
Green Architecture,
Taschen, 2000 (pp.240)
4. Architettura e teoria
Marco Cerase
Francesco De Luca
Anna Irene Del Monaco
Eiji Kohsaka
All’ interno della disciplina dell’ architettura, la teoria e’ il
discorso che descrive la pratica e la produzione dell’ architettura e
identifica le sfide che essa si pone. Essa si sovrappone pur differenziandosi
dalla storia dell’ architettura, descrittiva dei lavori passati, e dal
criticismo,una appropriata attivita’ di giudizio e interpretazione di lavori
specifici relativi agli standard stabiliti dai critici e Architetti.
La teoria si discosta dalle altre discipline poiche’ possiede
soluzioni alternative basate sull’ osservazione del corrente stato di proposte,
oppure offre nuovi paradigmi di mestiere. La sua natura speculativa,
anticipatoria, catalitica distingue la sua attivita’ teoretica dalla storia e
dal criticismo, opera su differenti livelli di astrazione, valutando la
professione architettonica, le sue intenzioni piuttosto che il suo risultato
finale.
Attraverso la storia e’ possible identificare temi architettonici
ricorrenti che richiedono soluzioni sia concettualmente che fisicamente. Le
questioni fisiche sono risolte tettonicamente, mentre quelle intellettuali o
concettuali sono problematizzate in modo filosofico. Perenni questioni
filisofiche includono le origini e i limiti dell’architettura, le relazioni fra
architettura e storia, fra le espressioni culturali e i significati.
Nuove teorie nascono per aggiungersi ad aspetti non esaminati e
inesplorati della disciplina.
Esplorando sommariamente la teoria architettonica negli ultimi
trent’anni si riscontra una
molteplicita’ di problematiche in lotta per l’ emergenza.
La mancanza di dominio di un unico tema culturale o posizione
critica e’ tipico di periodi pluralisti imprecisamente definiti come
Postmodernismo.
In tutte le tendenze coesistenti e contraddittorie c’e’ il
desiderio di andare al di la’ del movimento moderno, incuso il formalismo e l’
idea di funzionalismo ( la forma segue la funzione), la necessita’ di un
arresto radicale con la storia, e l’ onesta’ di espressione di materiali e
strutture.
In generale la teoria dell’ architettura postmoderna sostiene una
crisi di significati nella disciplina. Dagli anni sessanta in poi essa e’
divenuta esplicitamente interdisciplinare, dando luogo ad un ampia casistica di
paradigmi critici.
Kate Nesbitt nel suo testo Theorizing a New Agenda for
Architecture Theory, edito da Princeton Architectural Press, suggerisce che a
teoria puo’ essere caratterizzata da differenti attitudini riguardo la
presentazione dei problemi progettuali: per lo piu’ e’ prescrittiva,
proscrittiva, affermativa o critica.
Questo progetto di revisione del modernismo e’ lontano da punti di
vista neutrali o descrittivi, come nel caso degli storici che convenzionalmente
dovrebbero dimostrare come piu’ soggetti hanno approcciato un problema allo
stesso momento, senza esplicitamente rifarsi a posizioni precise.
La teoria prescrittiva offre soluzioni nuove o rivisitate per
problemi specifici; funziona stabilendo nuove norme per la pratica
architettonica. Promuove standard positivi e qualche volta perfino metodi
progettuali.
La teoria proscrittiva e’ molto simile alla prima, si differenzia
da questa dal momento che afferma cio’ che deve essere evitato nel progetto. Un
a buona architettura o progetto urbanistico in termini
proscrittivi e’ definite dall’ assenza di attributi negativi. Lo
zoning funzional e’ un esempio di teoria proscrittiva.
La teoria critica valuta il mondo costruito e le sue relazioni con
la societa’ che serve. Questo tipo di scritto polemico ha spesso orientamenti
politici o etici inespressi e intende stimolare sinergie. E’ speculativa,
interrogativa, e talvolta utopista.
I seguenti articoli analizzano quattro testi di teorie dell’
architettura di tipo diverso: due di questi sono testi quadro, gli altri due
affrontano temi teorici piu’ specifici.
I testi sono:
-The metapolis dictionary of advanced architecture, Actar,
Barcellona 2003
-Architecture Theory since 1968, Micheal Hays, The MIT Press
Cambridge, Massachussets USA; London, England
1998.
-Architecture of Time. Toward a Theory of the “Event” in the
modernist culture, Sandford Kwinter.
The MIT Press
Cambridge, Massachussets
USA; London, England 2001
-La Teoria di Brise-Soleil di Kengo Kuma (il testo e’ disponibile
solo in lingua originale)
Rispetto le “attitudini” individuate dalla Nesbitt, Il metapolis
dictionary of advanced architecture e’ per lo piu’un testo di tipo
prescrittivo: identifica nuove intenzioni, nuove aspirazioni architettoniche, e
un nuovo panorama sociale e culturale. Contribuisce al formarsi di una visione
che è globale ma non necessariamente assoluta, di qualcosa che già esiste e che
si mostra come una nuova azione architettonica.
Architecture Theory since 1968
e’ un testo tendenzialmente critico. E’ una raccolta antologica di testi
dal 1968 al 1993. Hays si propone di comunicare un concetto di storia della
critica architettonica sostenendo l’ idea che la teoria dell’ architettura e’
una pratica di mediazione. A partire dal radicalismo di Tafuri e percorrendo una
traccia che incontra testi semiologici, strutturalisti, post-strutturalisti,
marxisti arriva alla elaborazione dell’ idea di programma, di concetto, di
diagramma.
La Teoria di Brise-Soleil di Kengo Kuma in maniera critica
analizza alcuni caratteri della teoria dell’architettura contemporanea come l’ambientalizzazione
dell’architettura, la negazione dell’architettura, la dematerializzazione, la
ambiguita` e la fragilita` dell’architettura rivisitando il ruolo di
Brise-Soleil nell’architettura contemporanea.
Il testo di Kwinter, infine, con un approccio puramente teorico
constata il momento di impasse culturale che stiamo vivendo, tenta la
definizione di una nuova teoria dell’agire, in grado di superare la mancanza di
scopo e di prospettiva politica e la compiaciuta autoreferenzialità
dell’architettura come delle altre discipline umane.
Verso
una teoria dell’ “evento” nella cultura del moderno
di Marco Cerase
Un
radicale ripensamento della concezione occidentale del tempo per una
ridefinizione del concetto di “modernità” e una nuova teoria dell’agire.
Sanford Kwinter,
Architecture of Time.
Toward a Theory of the “Event” in the modernist culture,
The MIT Press Cambridge, Massachussets USA;
London, England 2001 (pp.248)
Vademecum per una nuova architettura
di Francesco De Luca
Al
pari del coltellino svizzero questo testo rappresenta uno strumento poliedrico
e combinatorio, user friendly nell’utilizzo, indispensabile per chiunque operi nel campo
dell’architettura, progettista, critico o teorico che sia, e abbia la
coscienza, se non la convinzione, che qualcosa di nuovo sta succedendo. In una
sorta di viaggio ipertestuale verso una meta ma senza un percorso, dove spesso
cercando una cosa se ne scopre un’altra, il dizionario ci parla di una pratica
architettonica che agisce “maggiormente in termini di paesaggio piuttosto che
costruzione, di natura piuttosto che occupazione, di integrazione piuttosto che
superimposizione” e si manifesta attraverso “processi piuttosto che presenze,
forme aperte piuttosto che progettazioni chiuse, strategie operative piuttosto
che pezzi finiti”.
Manuel Gausa, Vincente Guallart, Willy
Muller, Federico Soriano, Fernando Porras, Josè Morales Jean Louis
the metapolis dictionary of advanced architecture, Actar,
Barcellona2003,( pp 687)
La ricerca sulla teoria
di Anna Irene Del Monaco
Nel
dibattito architettonico, il sentimento prevalente riguardo le ultime tre
decadi e’ che la produzione culturale non puo’ piu’ essere indagata come
qualcosa che emerge spontaneamente, come conseguenza del corso degli eventi
della societa’ ma e’ costruita attraverso procedure teoriche sempre piu’
autocoscienti. Lo sviluppo di modalita’
interpretative di varia declinazione- postrutturalista, Marxista,
fenomenologico, psicoanalitico, cosi’ come differenti o piu’ eccentriche- ha
dato a studenti un vasto campo di strumenti operativi per ripensare l’
architettura in relazione ad altri campi di indagine conoscitiva e per
riaffermare in generale l’importanza dell’ architettura nel discorso
intellettuale.
K.
Michael Hays,
Architecture Architecture Theory since 1968,
The MIT Press Cambridge, Massachussets USA; London, England 1998 (pp.802)
Il Brise-Soleil e il pensiero di Kengo
Kuma
di Eiji Kohsaka
Gli architetti
contemporanei, non possono progettare senza in considerazione il problema
ambientale. Ogni architettura ha la sua soluzione architettonica ai problemi
ambientali. Ad esempio, Norman Foster e Nicolas Grimshow, cosidetti architetti
high tech, danno la soluzione ai problemi ambientali utilizzando parole come
sostenibile ed ecologia. Altri architetti dicono che sostanzialmente l’azione
di costruizione genera la distruzione dell’ambiente quindi tutti gli architetti
dovrebbero morire. Anche Kengo Kuma assume questo atteggiamento. Oggi lui cerca
di trasferire il ruolo di protagonista dall’architettura all’ambiente. Per
questo motivo, tenta di generare fragilita` e di rendere piu` debole possibile
l’architettura e il materiale.
Kengo Kuma,
Kengo Kuma Tokuhon, A.D.A EDITA Tokyo, Tokyo, 1999
5. Architettura e media
Annarita Cornaro
Claudio Nurzia
Luigi Paglialunga
Daniela Salvi
I Media trasformano l’architettura in un nuovo medium, vero e
proprio ricettore sensoriale ed emettitore di informazioni.
Le nuove tecnologie informatiche interagiscono con l’architettura
diventando strumenti indispensabili alla fase ideativo-progettuale e
rispondendo alle esigenze gestionali e comunicative dell’edificio.Gli
architetti che operano in questo campo di ricerca elaborano un pensiero
architettonico proprio della contemporaneità, dove le variabili sostituiscono
le costanti e dove i recinti disciplinari vengono attraversati da flussi
dinamici di informazione incontrollabili.
Le nuove forme di comunicazione introducono quindi innovativi
sistemi di progettazione e producono edifici mutevoli e multisensoriali (Van
Berkel), lasciano emergere nuove professionalità e diversi ambiti di ricerca
teorici e tecnici (Manovich), alimentano teorie architettoniche (Tschumi) e
stimolano insolite forme editoriali (Betsky).
Le operazioni numeriche alla base della recente riformulazione
mediale e mediatica hanno prodotto algoritmi culturali, attraverso i quali è
stato riformulato il modo di pensare e vedere il mondo. La cultura ha subito
mutamenti sostanziali tali da non riconoscersi più a pieno nelle regole del
passato producendo una destabilizzazione delle certezze.
La sezione Architettura e Media si propone di indagare questa
nuova realtà secondo i più differenti approcci teorici, architettonici, tecnici
e comunicativi.
Immagine (e teorie!?)
di Annarita Cornaro
Sullo
sfondo dei contemporanei net-works virtuali (dalle reti digitali ai circuiti
della sessualità ambigua) Aaron Betsky redige il manifesto di un improbabile movimento
architettonico, nel quale, perse in un minestrone di slogan e teorie, le
ascetiche architetture di Zumthor incontrano i ruvidi assemblage del primo
Gehry. Un’operazione d’immagine la cui veste grafica è curata fino all’eccesso
dal designer multimediale Eric Adigard, in un’alternanza serrata di testo ed
illustrazioni, che si rincorrono e compendiano a volte in modo esplicito a
volte ermetico.
Aaron Betsky, Erik Adigard
Architecture must burn. A manifesto for an architecture beyond building,
Thames & Hudson, London 2000
La piramide e il labirinto
di Claudio Nurzia
Uno spaccato sui temi di ricerca che Bernard Tschumi affronta
nel periodo che va dalla metà degli anni settanta fino al concorso per il Parc
de La Villette. Una approfondita
indagine sulle qualità astratte e fisico-percettive dello spazio viste come
aspetti dialettici e conflittuali di
una medesima realtà architettonica.
Bernard Tschumi,
Questions of Space,
Architectural Association, London 1990,
(pp.108)
Linguaggi futuri
di Luigi Paglialunga
Le modalità con cui ci
interfacciamo con il computer non sono quasi mai neutrali, impongono la loro
logica, il loro modo di vedere il mondo, privilegiano e penalizzano messaggi
culturali in una varietà di media. Non ci rapportiamo più con una macchina, ma
con una cultura codificata in forma digitale che utilizza linguaggi
appartenenti ad altre forme culturali e che influenza e viene influenzata dalla
società contemporanea.
Lev Manovich, Il linguaggio dei nuovi media,
edizioni Olivares, Milano 2002
L’architetto della contemporaneità
di Daniela Salvi
Nel mondo mediatico tutto è
in movimento e il sistema della comunicazione pone l’architetto in rapporto al
contesto contemporaneo mutandone il ruolo. Partendo da tali considerazioni gli
olandesi van Berkel e Bos intendono “ridefinire le strutture organizzative
dell’architettura”, considerate l’essenza della professione e concepite non più
come sistemi lineari e omogenei, ma come campi processuali di una materia
soggetta a trasformazioni.
Ben van Berkel, Caroline Bos, Move,
voll. 3, UN Studio & goose press,
Amsterdam 1999 (pp. 813)
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