"Dalle mani pesanti e goffe usciva, con grande stupore della matita stessa grossolanamente mozzata, un segno esile, un filo sottilissimo vibrante e netto". [1]
Questa citazione creò dei pruriti in un illustre storico che in un convegno disse: "Noi qui non ci occupiamo delle mani di Terragni". Era una frecciata per ribadire la disciplinarietà di un approccio filologico, mentre tutto il mio lavoro voleva creare una figura di Terragni a tutto tondo: la forza delle architetture costruite e di quelle progettate, il processo ideativo, i rapporti con la società e la politica, il dibattito culturale e artistico e anche alcuni cenni al carattere e allo stesso aspetto fisico di Terragni.
Ed ecco la seconda citazione: aveva spalle quadrate "come quelle di una guida alpina" [2]
Ora solo poche settimane fa ho avuto un vero salto al cuore quando ho visto un filmato che mi faceva vedere Terragni "vivo": Terragni che si muoveva, che sorrideva, scherzava, stava con gli altri e per la prima volta ho visto quelle "spalle quadrate".