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in Architettura
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I Ciclo: L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea. Il World Wide Web
Terza Lezione: Informazione e architettura. Comunicazione Marsupiale, Il problema del significato
To
DO:
PER la prossima lezione
Oppure - Il capitolo la liberazione della forma 180-191 Oppure - Il mondo decostruito p 341-365
- Pubblica nel tuo blog : n
commento di circa 1800 caratteri (una cartella uni) che
si riferisce al materiale che hai letto iniziando con il citare un tratto come incipit tra virgolette CHE DERIVA
DALL'ARTICOLO O DAL LIBRO CON UNA COMPLETA CITAZIONE
BIBLIOGRAFICA
Se vuoi inserisci altro materiale (filmati, foto, link pertinenti)
UN LIBRO RECENTE ED ASSOLUTAMENTE STRAORDINARIO SULL'IMPATTO DI
METAFORA IN ARCHITETTURA E MOLTO RICCO DI ESEMPI è IL SEGUENTE
MATTEO
ZAMBEL
LI, LA MENTE NEL PROGETTO, DIDA PRESS; FIRENZE 2019
in free download
Se volete leggete una mia recensione
da marzi 05
A mo di premssa
Cambio di Paradigma
Rivoluzione Informatica in Architettura
Esisto in quanto rappresento
Esisto in quanto funziono
Esisto in quanto InformoIl problema della " Coscienza " estetica
Il Problema della Crisi e della Modernità
A. Il concetto Marsupiale dell'Informazione
Segui questo Intervento di A.S. (real Time 2 mega)
B. Architettura come Informazione
C. Concetti derivati dalla Pubblicità
D. Il concetto di Modernità
E. La sfida per l'architettura
Figure Retoriche
vedi per elenco e spiegazione wikipedia
per esempio solo riferite a quelle di significazione o Tropi
" metafora
metonimia
sineddoche
antonomasia
iperbole
litote " da wikipediia cit.
Comunicazione Oggettiva
Comunicazione Soggettiva narrativa
Diller e Scofidio Bad press
see >
..
Kiasma Holl .. attenzione Chiasmo é ancora di più! vedi sotto nei commenti!|
Approfondimenti a cura degli Studenti del Docente e degli Amici
Saggio 2021:
Cosa avremmo potuto avere al posto della sidney Opera House!
Andrea ariano ci riorda BAR CODE a OSLO un quartiere che prende il nome dal principio fondativo
Mirko Sciarroni 2019 analizza vari tipi di pubblicità
http://mirkosciarroni.altervista.org/approfondimenti.html#appr8
Enza Iadarola 2017 Adopera i giudizi di Trip advisor per capire quanto diverse siano le interpretazioni "L’ipersoggetività dell’architettura della terza ondata rimette se stessa all’interpretazione dell’individuo che deve interpretarne gli artifici retorici e che non è sempre in grado di coglierne il significato."
http://enzaiadarola.altervista.org/focuson/comunicazionemarsupiale.html A partire da alcuni fatti "oggettivi" sul controvento.
Paola
Ruotolo, 2015 Pubblica una straordinaria Immagine
Se l'immagine pubblicitaria fosse solo quella di cui sopra, il suo livello di contemporaneità sarebbe altissimo (basta usare le categorie che abbiamo già messo in gioco). Interessante è come è stata effetivamente pubblicata vedi sotto... (per capire la differenza ancora riferirsi ad alcuni passi della lezione)
Pubblicità della macchina da scrivere Olivetti "Portatile", illustrazione tratta dalla rivista "L'Illustrazione Italiana" del 1935, pagina XXIX (courtesy e legenda Paola Ruotolo). Una interessante chiave per capire è quanto dice sotto in altro contesto M. Baldissara.. **** Oggi...molto molto di più non è solo la metafora ma la stessa realtà del progetto architettonica che assumemeccanismi e forme Per esempio ved questo progetto ispirato dalle API
e Vedi la tesi di Matteo Baldissara su Baldissara Matteo, Biomimetica degli spazi: Sperimentazioni digitali di processi biologici in architettura Tutor: prof. Antonino Saggio Coll. Flaminia A3-biblio TDP - PDF -
Se un progetto è informazione allora
deve generarla a sua volta e c'è una bella differenza
tra Allusione e Metafora! Questa osservazione è interessante.. Questo è quanto spesso mi riferisco come effetto marsupiale.. non so sé è la parola giusta ma come dire un rivoltare il ragionamento, avvolgerlo dentro-fuori. Il concetto non è per niente banale.. se la driving force è informazione esso deve essere in grado di fornire una chiave interpretativa… eh si AS "L’allusione è infatti un processo monodirezionale e assai specifico: un determinato segno allude (ovvero rimanda, richiama in maniera indiretta) proprio aquel soggetto, a quell’evento in particolare, non offre possibilità interpretative diverse. O si ha la chiave per decifrare il messaggio o lo si perde. La metafora, al contrario, rappresenta per chi la riceve un processo attivo, instaurando un rapporto dialettico tra opera e fruitore. " "Un’ultima caratteristica che, all’avviso di chi
scrive, un progetto deve possedere per essere
espressione del paradigma informatico è quella di essere
generativo: un progetto moderno deve essere in grado non
solo di rappresentare la nuova struttura del mondo, ma
di apportarvi modifiche, determinarne sviluppi. In
particolare, con riferimento alla definizione di
informazione di A. Saggio, essendo esso stesso
informazione, un simile progetto deve essere in grado di
produrne di nuova, o di fornirne una nuova chiave
interpretativa."
Michele Spano IT CAAD 2015 > Scopre che il Chiasma è pure, esso stesso, figura retorica chiudendo così un anello...
Silvia Primavera IT Caad 2015 > nel suo elaborato commento alla fine scopro che il filosofo Carlo Sini (v), ha letto con interesse Introduzione alla Rivoluzione Informatica in Architettura (in particolare i capitoli sull'interattività) e forse prima anche questi due scritti del 1998 e del 2000 o forse questo su Architectural Design? che avevano anticipato l'impatto. Adesso è presto per parlarne nel corso.. ci si arriva alla fine,,, Federica Tassetti.IT CAAD 2014 "Interessante a questo punto è il messaggio di Heidegger che asserisce che L’architettura è quindi al tempo stesso (ma non primariamente e secondariamente) funzione e simbolo. La funzione ed il simbolo sono in architettura indissolubilmente legati l’uno all’altro. "
Mvdr l'architettura letteralmente Informa
"Questo modo di fare architettura informando è stato preso alla lettera anche dal gruppo olandese MVRDV con il loro TeleTech call centre. In questo caso hanno sfruttato la tecnologia del QR codes, riproducendoli in facciata, qualsiasi persona in possesso di uno smartphone può scansionare ognuno dei qr codes ed accedere alle informazioni a cui essi rimandano. Essendo questa una tecnologia molto diffusa, " Generare il QR Code Per generare un code come quelllo di sotto andare per esempio a questo sito http://it.qr-code-generator.com
GAbriele Stancato IT CAAD2014
Saggio 2014 Vedi questo antico filmato a proposito A questo proposito forse è proprio la pArte terza del volume Architettura e modernitò la più Adatta?
3.
The Birth of Architecture
Ulteriore Salto Mortale è quanto sembra emergere dal discorso di Gabriele Stancato IT CAAD 2014 In questo senso Luigi Moretti, uno dei più interessanti Architetti Italiani, che ha certamente il problema del significato! Lo ricerca anche nella matematica, nell'architettura Parametrica che in questo contesto, di nuovo più che meccanismo è orizzonte anche di senso, orizzonte in cui l'indispensabilità della scienza rientra come grande necessità dell'architettura. In questo non è il magico, non è l'esoterico non è il pitagorico della antica architettura ma qualcosa di nuovo di contempoaraneo
Proposto da Michela Falcone Antonino Saggio Ho trovato questa pubblicità Chrronicle ci sfida al volo. Siccome io penso che loro pensano al film di Wenders e sicccccome sembrano SFIDARE me proprio me...mi hanno convinto "io" ci andrò, io sono nel loro Target. Mi hanno convinto perchè sono allusivi a cose anche "mie".
Valentina Garramone, 2013 Valerio Perna, 2013 Michela Falcone, 2012 Antonio De Rosa, 2012 Cita Heidegger Si pensa che un ponte, come prima cosa
e propriamente, sia semplicemente un ponte. Ma dopo e
all'occasione opportuna, esso può esprimere ancora molte
cose. In quanto è una espressione, esso diventa un
simbolo. Solo che un ponte, quando è un vero ponte, non
è mai prima un semplice ponte e poi un simbolo. Nè
d'altronde esso è in prima istanza un semplice simbolo,
in quanto esprimerebbe qualcosa che a rigore non gli
appartiene. Se pensato rigorosamente difatti un ponte
non si mostra mai come espressione. Il ponte è una cosa
e solamente una cosa". In un'epoca come la nostra in cui la
concezione funzionalista dello spazio, ovvero della
derivazione dell'oggetto architettonico e della sua
forma semplicistacamente dall'analisi delle funzioni di
programma, non può più rispondere ai bisogni della
società, abbiamo sempre più necessità di simboli che
codifichino i nuovi paradigmi scaturiti dalla
rivoluzione informatica. .... Antonino Saggio Apr
1, 2012 06:24 AM "Se pensato rigorosamente difatti un ponte non si mostra mai come espressione. Il ponte è una cosa e solamente una cosa". Heidegger
Davide Sozzi, 2012 ripensando al fatto che il simbolo forse è importante trova due immagini sul Blu dipinto di blu http://openarchbar.blogspot.it/2012/03/reading-la-via-dei-simboli.html
Storia della Pubblicità Alfonsi 2011 Chiara mathub busini
Cristina interdonato Persone vere: Giulia Piana
Fabio Sallemi
Donatella finelli La pubblicità degli utenti zooppa
Reinterpretazioni del simbolo
Il museo "Nemo" di Renzo Piano ad Amsterdam ha finalmente la sua Dory "loredana
torraco" <loto@cemig.191.it>
Alla fine di
questo primo giro giro mi sembra si possa avere il
titolo di cui sopra On 8-04-2005 15:56, "loredana torraco" <loto@cemig.191.it> wrote: un' altra
Dory potrebbe essere quella del film della Disney "Alla
ricerca di Nemo" dove Dory è un pesce chirurgo che
accompagna Marlin, un pesce pagliaccio, nella ricerca
del figlio perduto Nemo, anche perchè il museo della
scienza di Piano è rivolto per lo più ai bambini per il
modo in cui è stato allestito, il pubblico partecipa
attivamente alla mostra come se fosse un gioco Per quanto
riguarda la dory l'unica cosa che mi veniva in mente è
che Renzo Piano va spesso in barca a vela, dory è un
tipo di imbarcazione da pesca (letto su un mio libro di
modellismo navale)...poi ho trovato questo e tutto si è
chiarito: Grazie del
Commento. Tra l'altro ha fatto bene a ricordarmi
il nome. AS On 2-04-2005
11:44, "loredanatorraco@inwind.it"
<loredanatorraco@inwind.it> wrote: "L'informazione
è il vero valore aggiunto di qualunque merce." Nel periodo
che stiamo vivendo ^ la terza ondata ^ un bene non
è solo una merce che può essere acquistata o venduta, ma
è fortemente legata all' informazione nel senso
che il perfetto funzionamento è dato per scontato
e ciò che lo rende sicuramente piacevole è la sua
forma, la sua immagine ma sopratutto la storia che
racconta. Il museo
delle scienze di Amsterdam - Nemo - di R.Piano, ma
già presente nell' auditorium di Utzon e nel Guggenheim
di Bilbao, il progettista usa delle metafore per
narrarci qualcosa. Credo che il
ritorno alla simbologia e alla narrazione,
interrotte durante l'epoca moderna, sia una
necessità per noi che viviamo la terza ondata, infatti
non è più sufficiente possedere un particolare
oggetto per distinguerci dalla massa, ma è
necessario che questo racconti di noi per farci sentire
diversi ma partecipi. Mattone come un'ape operaia? Giustino Di Cunzolo 2006 <giustinodicunzolo@libero.it>, http://digilander.libero.it/giu_arch6/concept.html Perchè esiste il "mattone"? Se oggi
dovessimo interpellare un'architettura chiedendo il
perchè della sua esistenza, essa darebbe per scontato il
fatto che "rappresenta" così come "funziona", e
risponderebbe senza dubbio che è "hic et nunc" per
comunicare. A proposito di Kiasma_chiasma (o chiasmo) Per quel che
riguarda il discorso avviato in aula sul Kiasma
Holl_chiasma ottico ho svolto un piccolo approfondimento
che porto alla sua attenzione. Detto ciò,
ritornando all'opera di Steven Holl, penso che guardando
l'ingresso principale, nella foto da lei posta nella
lezione di ieri e che allego per completezza, si ha
questa sensazione percettiva di scissione di due parti
apparentemente diverse, una nella zona monoculare destra
ed un'altra nella zona monoculare sinistra. Ma
proseguendo con lo sguardo la visione del volume, si
intuisce come le due parti, a parità dei nervi ottici,
effettuino una decussazione parziale o meno in una sorta
di chiasma. Scusi la
prolissità ma mi sembrava necessario effettuare queste
varie ipotesi. A dice "usami", B dice "guardami"! Agnese Canziani 2006 <agnesecanziani_55@hotmail.com> Potendo dare un'interpretazione differente ai "dati" del suo articolo, riassumerei brevemente la mia posizione in questo modo: il primo dato A è il Guggenheim di Bilbao e l' altro è il Museo della Scienza di Piano. Il Museo di Gehry è di sicuro diventato "il simbolo" o uno dei simboli di Bilbao e forse della nazione intera, l' altro è un edificio simbolo della funzione che si svolge all'interno ed interpretazione figurativa del paesaggio circostante. L'edificio di Renzo Pianzo mi sembra più vicino all'architettura di Saarinen mentre Gehry si può benissimo paragonare alla Sidney Opera House. Da una parte il "simbolismo" nell'architettura, attraverso una comunicazione veloce immediata e figurativa delle funzioni dell'architettura stessa - mi vengono in mente i chioschetti che vendono il "bratwurst" in Germania che attirano l'attenzione con il gigantesco wurstel in 3d posizionato sul tetto; dall'altra l'architettura rappresentativa e metaforica che diventa monumento. A questo si affiancano due tipi di comunicazione: per il tema A una comunicazione più oggettiva e pubblicitaria (l'edificio di Saarinen a forma di uccello è un un Terminal aereoportuale) per il tema B una comunicazione astratta, probabilmente soggettiva ma tutto sommato tale da rendere il messaggio universale, tanto solenne e rappresentativa quanto la casa del Fascio di Terragni, il Museo di Libeskind, o il Denkmal per l'olocausto di Eisenman a Berlino. La differenza che mi interessa studiare fra i due tipi di architettura è l'influenza che esercitano sullo spazio circostante: " [...]E la gente vive tutto lo spazio pubblico, ci va di giorno e di notte, genitori con bambini, turisti, vecchi operai con il basco e teenager con i pattini. Insomma la sua architettura forma e conforma l'ambiente come la cattedrale gotica che intesseva attività e formava con le sue diverse strutture la piazza principale, quella adiacente del mercato, gli edifici, le zone per le manifestazioni e gli eventi " probabilmente è ciò che rende il Guggenheim simbolo della città in quanto vissuto, utilzzato dai suoi abitanti; come Piano con il Beaubourg a Parigi, Gehry ha fatto di uno "spazio" un "luogo" ed è questo a mio avviso il fine ultimo dell'architettura, essere sì un polo, un miglioramento estetico-funzionale-formale di una città ma essere soprattutto utilizzato e vissuto in maniera soggettiva, "l'individuo" rende un'esercizio di stile e di presunzione in opera architettonica...aneddoto: a Berlino con grande sorpresa ho scoperto che la Neue Nationale Galerie di Mies van der Rohe non piace, ma con altrettanta sorpresa quando sono andata a visitarla, lo spazio esterno veniva utilizzato da skaters e da un gruppo di ragazzi per una performance di danza! In questo senso credo Il Guggenheim di Gehry assomigli di più al Beaubourg che al museo-nave di Piano entrambi comunicano al pubblico nello stesso modo, o per meglio dire si offrono ad interpretazioni soggettive...A dice "usami", B dice "guardami"!
I
muri della Villa Savoye condizionano lo sguardo: i
percorsi del museo ebraico di Libeskind condizionano
le percezioni La Storia Australiana On 21-03-2005 16:10, "Francesco Becherucci" <malpathika@katamail.com> wrote: Seguendo il
programma "La storia siamo noi", produzione Rai
educational, direttore Giovanni Minoli, in onda questa
mattina su Rai3, ho potuto verificare, in maniera
assolutamente casuale, come ci possa essere un ulteriore
fattore che portò Utzon alla costruzione della Sidney
Opera House. Un fattore propriamente storico- politico,
che forse si allaccia all'ultimo fattore da lei
indicato, quello in cui si vedeva Utzon come architetto
"interessato all'uomo nelle sue diverse manifestazioni
sociali". Simboli liberati Antonino di
Raimo 04 ....I nuovi
paesaggi dunque, dove questi individui passano le
proprie vite, appaiono sempre di più popolati da oggetti
architettonici di cui oltre a sottolinearne la novità,
impressiona sempre di più la carica simbolica e quindi
comunicativa. Città narrante Michele Lisena 03 Vorrei fare, in merito alla terza lezione su "Informazione e Architettura", una breve considerazione. Stando a quanto da lei detto "essere macchina funzionante è il valore fondamentale dell'architettura moderna". Credo che, nell'architettura moderna, fondamentale sia anche giustapporre "L' Architettura macchina" all'interno della "Città macchina". La "Città macchina", come "L'architettura macchina", deve funzionare. Le parti della stessa devono oggettivamente essere un "totale"di parti collaboranti. L'architettura contemporanea invece "informa", "comunica", "esprime", "narra" ed è, a mio avviso, in qualche modo soggettiva. All'interno della città "narrante" l'architettura è, credo, parte "comunicante" e non "collaborante". Da ciò ritengo che scaturisca una città "somma" di parti e non "totale" di parti che esige una contestualizzazione dell'architettura non più oggettiva ma soggettiva. La
torre dei servizi: oggetto di architettura o prodotto
informatico? Alessia Veneziani 03
Tralasciando
le disquisizioni filosofiche su tale rapporto complesso
per rimanere nel campo della comunicazione per immagini,
più squisitamente attuale, mi è sembrato simpatico
condividere questa immagine. Sfogliando una rivista di
architettura ho girato distrattamente la pagina perché
sembrava una semplice pubblicità, con ogni probabilità,
di tecniche edilizie, applicazioni per costruzioni
civili in cemento armato, solo successivamente ho capito
trattarsi di un oggetto più propriamente informatico.
EMC2 Centriplex, server a tecnologia Raid "Un'arca solitaria in un paesaggio postindustriale a ricordo di un salvataggio biblico che traghettò l'arca in un mondo nuovo"
ISSEY MIYAKE: LA FORMA DI UN ' IDEA On 23-03-2003
22:51, "luca biagini" <lucabgn@virgilio.it> wrote:
IL CLIENTE
PARTECIPA ALLA CREAZIONE DI UN ABITO A SUA MISURA
E' LA
METAFORA DEL SISTEMA INVENTATO DA MIYAKE PER RINNOVARE
RADICALMENTE IL MODO DI FARE ABITI L'AMBIENTE E'
UN CORPO SENZA PELLE CHE MOSTRA IL RETICOLO DEL SUO
SISTEMA NERVOSO SOGGETTO -
INFORMAZIONE
Dimensione
Cognitiva Ciò che sta alla base è la rivoluzione linguistica che ha trasformato inevitabilmente il lessico figurativo dell'architettura, come quello di ogni altra arte; questa rivoluzione è prodotta dalla crisi ?copernicana? che ha investito ogni campo della comunicazione, a partire dallo stravolgimento operato dall'Informatica. "Crisi" ( come ha precisato De Kerckhove) ?deriva dal greco antico e significa valutare, giudicare o decidere. [...] Di fronte ad una crisi, molte persone perdono tempo a guardare il vecchio ordine che crolla [...], ma in tempi critici occorre giudizio critico per capire che la storia è quella che sta inziando?. Lo consideriamo noi stessi quando ci soffermiamo a valutare quanto è accaduto anche sol o nell?ultimo decennio, e in uno sguardo più ampio, durante l?arco di tempo che ci porta dal Beaubourg al Museo Guggenheim di Bilbao. La deflagrazione finale di una rivoluzione iniziata lentamente negli anni attraverso l?avvento dei primi computers e che ha subìto un?accelerazione esponenziale con il world wide web, è l?acme necessario ed inevitabile di un processo che interessa la struttura della società, se non addirittura la stessa struttura mentale dell? uomo: così come l?immaginazione è performante rispetto ai media, così i media lo sono rispetto a nuovi modi di pensare e di comunicare. Da qui la connessione di valori estetici e funzionali, non più alla ricerca di una gerarchia ordinata, ma in quanto elementi di una fitta rete che collegano in modo complesso l?osservatore e l?oggetto osservato. Il World Wide
Web in modo particolare, attraverso la possibilità di
operare trasformazioni nel reale tramite strumenti
incorporei, diventa simbolo di questa rivoluzione:
l?automobilista contemporaneo crea quindi la propria
Smart; forse ^ in futuro prossimo - anche il
proprio spazio. Interessante, a mio parere, il contributo di Purini contenuto in "Spazi e maschere" (a cura di Umberto Cao e Stefano Catucci, Meltemi editore, 2001) il quale afferma: "Negli ultimi anni il processo fin qui sommariamente esposto ( dal corpo organico all? edificio nell?età degli immateriali ) ha vissuto una fase ulteriore e in un certo senso estrema. La rete, insieme realtà telematica e metafora della sua stessa estensione, è diventata modello mentale attraverso il quale pensare il reale. La città diffusa è in sostanza un effetto conoscitivo della rete più che una realtà territoriale, così come è reticolare oggi l?idea dello spazio urbano in quanto moltiplicazione inarrestabile di sinapsi comunicative ." In questo
contesto l?architetto, liberato da regole
gerarchicamente ordinate, si riappropria di ogni
strumento retorico e lessicale, occupando il territorio
di uno spazio nuovamente affabulatorio e sensuale,
senz? altro corrispondente alla 'generazione della
rete'. Architettura
che si fa grafica
L'architettura come simbolo.Cambia il concetto di "funzionalità" dell'architettura. Link Nel'architettura
passata (anche se non da molto) per funzionalità
architettonica si intendava il perfetto adempimento di
ogni spazio progettato. E se pensassimo alla differenza nello stirare una camicia?LA STIRATURA E LE NUOVE PIEGHE DELLA MENTE Alessandra Cicotti 02
La stiratura può essere vista come metafora dei cambiamenti antropologici della nostra società.???? Rispolverando
le stanze della memoria mi sono ricordata di questa
installazione datata 1993 ad opera degli architetti Liz
Diller e Ricardo Scofidio. Bad Press prende in esame la stiratura, un'attività domestica ancora guidata da principi di economia del movimento progettata da ingegneri dell'efficienza a cavallo del secolo. Nello stirare una camicia, ad esempio, con uno sforzo minimo è possibile ridarle forma trasformandola in un'unità bidimensionale e ripetitiva che occuperà uno spazio ridotto. Lo schema standardizzato della stiratura "disciplina" sempre la camicia dandole forma piatta e rettangolare che trova il proprio posto all'interno di sistemi ortogonali di esposizione degli oggetti: gli imballaggi, i display espositivi, i cassetti del comò, gli scaffali degli armadi o le valigie. Una volta che l'indumento sarà indossato porterà su di se i segni della logica ortogonale dell'efficienza. Le pieghe
parallele, gli angoli retti di una camicia pulita e
stirata sono diventati emblemi ricercati di
raffinatezza. Forse gli effetti della stiratura diventerebbero rappresentazione dell'era postindustriale e l'immagine del funzionale si tradurrebbe in dis-funzionale.
Una pubblixità per la quale ho sviluppato una immediata repulsione
Optional se vi diverte...
Fate cinque domande a piacere su tutti gli argomenti fatti a lezione fino ad adesso.
- Scrivi una email: antosagGmail.com e ad uno degli assistenti a scelya oggetto : Link al blog
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