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Tre livelli in cui il Layer è utile
1. Interpretativo e critico (vediamo e gurdiamo il mondo attraverso il layer)
2. Rappresentativo (rappresentiamo attrvaerso il layer.. per esempio il disegno di una casa e dei suoi sotto sistemi strutturali impiantistici eccetera)
3. Generativo (noi creiamo un mondo nuovo architettonico .."ad immagine e somiglianza del layer!")
Roma è la citta della storia, è la citta dei layer perchè in tremila anni di storia uno strato storico nuovo ha convissuto con il precedente utilizzandone tracce e frammenti
To DO: per giovedi 9 Novembre pubblicarlo per le ore 21 precedenti sul blog e mandare il link a Gaetano de Francesco
Basandosi sulle tessiture già prodotte produrre disegnando a Mano (e stampare e anche pubblicare sul blog!)
A. Due alternative in due tavolette distinte A4 o A3 : del layer Percorsi (se si vuole anche con più tipi di percorsi carrabili, pedonali, ciclabili, di attraversamento, di diffusione ecctera)
B: Due alternative in due tavolette distinte: del layer degli spazi "aperti" conformati
C. Due alternative Due alternative in due tavolette distinte: del layer possibili dico possibili edifici
Leggi su Gomorra Coffee Break Lo scritto "Affioramenti dal Basso" (su una interpretazione dei Layer oltre il paradigma meccanico)
Roma è la
città della storia è la città dei layer in cui in tremila
anni di s. "Organizzare i layer" è
come scrivere un romanzo.
San Clemente Roma
Musei Capitolini
Layers
nietniet
"Humpty Dumpty sat on a wall, Humpty Dumpty had a great fall, all the King's horses and all the Kings's man couldn't put Humpty Dumpty (in his place) together again"
Lewis Carrol
il concetto dei Layer indipendenti, nel caso più semplice, ci si può riferire a Le Corbusier...
.
"Architecture and its double"
Jose' Luis Gonzales Cobelo
El Croquis Daniel Libeskind n. 80
Eisenman
Eisenman Cannaregio
Paolo Invidia 2004 <paolo.invidia@fastwebnet.it>Eisenman La villette
e
Tschumi La villette
D
Da A. Saggio "Architettura e Modernità" Carocci 2010 p. 335
Ricerca tematizzata in Google!!!!
MAria Tesse Paliensesti Metropolitani
ANNA SANNA, RAMONA VITALE, VALERIA GIGLIO Advisor A. Saggio. Un sistema complesso tra natura e artificio: il parco di Molentargius a Cagliari. Il vento l'acqua e il territorio: un universo multisensoriale e multidirezionale per esplorare e interagire con il territorio. Univ. La Sapienza Roma 2001
Eco District Park
Parco Urbano Distretto industriale e Centro per l'Educazione al Tema del Riciclo tra la Collina Fleming e Tor di QuintoAlessandro Perosillo
in particolare le tavole 5 e 6
LA PALESTRA DELLA MENTE
Centro per assistenza e sostegno alle persone con demenza in fase lieve e moderata
Aniene Rims, RomaIlaria Antiri
Il lavoro di Tschumi a sua volta dve molto all'approccio Notazionale... Una tecnica che asrae un livello un layer dalla realtà per creare un sistema di relazioni - un campo - astratto. ipico ed esemplare a questo proposito è il lavoro di Walter de Maria Lighting filed (molto in rete)
Le immagini sopra riprodotto provengono da questa pubblicazione web
course description at Columbia, critic Phu Hoang (MODU Architecture)
Koolhaas
villette
Daniel Libeskind
Ma i layer sono anche gli strati attraverso cui la scienza contemporanea interpreta il mondo
Un concetto ben espresso in Carlo Rovelli, L'ordine del tempo, Adelphi, Milano 2017
"Più che un disegno su una tela, il mondo è una sovrapposizione di tele, di strati, di cui il campo gravitazionale è solo uno tra gli altri" p. 69
Approfondimenti
Concetti derivati dalle lezioni svolte negli anni
2019 semestre primaverile
Una parola interessante per trattare il tema è la parola giunzione, versus la parola disgiunzione. Il pensiero moderno procede verso una disgiunzione. Mentre il Palladio i vari layer sono congiunti già nei cinque punti sono Disgiunti! Vedi trama di pilotis . La disgiunzione non è affatto formale, è il primis funzionale. Si tratta di ottimizzare layer diversi.
Naturalmente con l'avvento del pc, le potenzialità dei layer si decuplicano. Questo porta ad uno sviluppo esponenziale del concetto di layer che diventa assolutamente formativo ed esattamente nel processo disgiuntivo appena descritto. Naturalmente Tschumi la Villette è il punto chiave, anche se anticipato da ragionamenti di Eisenman a sua volta ispirati da uno spazio notazionale astratto dell'arte concettuale e land art vedi Lighting field di De Maria.
Il punto di passaggio Alla fine della lezione si è svolto un interessante dibattito. Uno dei punti sollevati è come esistano layer invisibili: quello delle reti e delle informazioni. Mi muovo seguendo trip advisor, non perché vedo. Questo ragionamento ha condotto alla compresenza, in particolare nel nostro contesto europeo della compresenza di molti layer. Questo ha implicazioni con le bolle personalizzate.. concetto di cui trattare pi tardi nel concetto di spazio . Un secondo filone del ragionamento ha spinto a riflettere al rapporto tra layer e progettualità: per esempio è fuor di dubbio che il layer è uno "strumento principe del decostruttivismo degli anni Ottanta Novanta". E questo vale tanto dal punto di vista architettonico che filosofico. su questo si tratta in architettura e modernità.
grande artista dei layer Julie Mehretu - parlarne di più dopo la lecture all'American Academy del novembre 2019
Il giorno 10/giu/2014, alle ore 11:26, Gabriele Stancato ITCAAD 2014
ha scritto:Vorrei offrire come contributo alla ricostruzione del sito questa video lezione di Odifreddi in merito a Bertrand Russel, in particolare in merito alla lezione 12 sui layer. Ragionandoci su mi è parso a un certo punto evidente che i tipi logici di russel e i layer sono la medesima cosa e possiedono le stesse proprietà. Egli parla di stratificazione del linguaggio, del fatto che le classi non possono essere elementi di se stesse (un layer non può contenere se stesso), che le classi hanno proprietà che caratterizzano i propri elementi (i layer hanno materiali, pennini, dati, etc...) ma non l'inverso cioè la descrizione dei singoli elementi non qualifica la classe (le proprietà dei layer si applicano agli elementi ma questi possono avere proprietà singolari che non si generalizzano nel layer), le affermazioni qualitative rispetto ad una asserzione possono venire solo da una classe logica di ordine superiore (se si include un layer dentro un altro layer quello di ordine superiore controlla quello di ordine inferiore e non viceversa), esiste una classe delle classi e quindi un progetto stratificato ha una qualità emergente che non è contenuta nei singoli strati ma che è espressione dei loro rapporti ed è una qualità di ordine logico superiore. Che ne pensa?
Il giorno 12 giugno 2014 16:13, Antonino Saggio <antosag@gmail.com> ha scritto:
Caro Gabriele, grazie... stavo pensando.
Forse le lezioni dovrebbero diventare dei veri luoghi, delle specie di arene o di forum nelle quali si discutono alcune grandi questioni. Come un post in un blog!
Per esempio questo dei layer. Ti ringrazio molto del lucido commento. Sentirò oi differendo appena la rete (sono in treno ) me lo consente.Ci sono tre termini concetti da condividere
1. Il Layer o strato è che oer logica diciamo orizzontale ....
2. La classe che per logica è verticale
3. La struttura gerarchica che è trasversale .. Attraversa e organizza layer e classi .
La classe è un modo di dare alle info in un cad altre classi di organizzazione ... Tipicamente i materiali
A questo punto una informazione è localizzata in un layer, appartiene ad una classe ed ha un rapporto gerarchico con altre info
Fatima marchini 2011 spiega che gli affioramenti hanno a che vedere con il tempo
Eisenman A Pompei 2007
Leggi l'articolo di Laura Fiorletta caad 2007 con altre immagini
"Il progetto della Circumvesuviana prevede il restyling e la ristrutturazione delle stazioni di Pompei-Santuario e Villa dei Misteri, creando un collegamento tra la città antica a quella nuova. Questo progetto di Eisenman per Pompei mi è sembrato significativo, e ricco di tutti gli elementi della sua poetica legata alla ricerca di un dialogo con l'esistente attraverso la ricerca di giaciture e geometrie sulla base di mappe storiche e preesistenze, come tanti layer sovrapposti. Attraverso il plastico si denota l'insinuarsi del costruito tra le pieghe delll'esistente."
http://xoomer.alice.it/fiorletta/Recensioni.htm
Monica Barbalace 2007
monica.barbalace@gmail.com
Fornisce un utile approfondimento rispetto all'intervento di Javier Ideami
Ha integralmente tradotto in italiano l'articolo sulla retina e sui dodici layer della visione
http://xoomer.alice.it/monicabarbalace/retina.htm
traduzione articolo sulla retina
altri link suggeriti e offerti da Barbalace
http://xoomer.alice.it/monicabarbalace/index.htm
recensione di gamezone
http://xoomer.alice.it/monicabarbalace/stratimobili.htm
recensione di strati mobili (non ricordo quale delle due
volesse)
Layer e Pixel di Rosetta Angelini 2006
riflettendo sulle ultime lezioni: lo schermo - pixel ed i layer -
vettori, e sul lavoro di Giovanni Vaccarini come già hai
anticipato sul tuo sito riguardo il concetto di una
interpretazione intelligente di alcuni temi dei nostri tempi, ho
cercato di capire meglio come Giovanni nella sua architettura
utilizzi il mondo dei raster e quello dei layer. Bè, intanto
li utilizza entrambi soprattutto nella composizione dei prospetti.
C'è come dire un primo livello: i pixel, lo schermo, costituito da
una superficie trattata o con un rivestimento di pietra che fa
vibrare le superfici oppure di vetro in modo da creare effetti di
trasparenza e semitrasparenza, opacità e chiaroscuri.
Mentre, il livello dei layer emerge attraverso gli elementi
aggettanti, sporgenti, attraverso gli elementi schermanti che
oltre ad avere una funzione di protezione dal sole diventano gli
elementi che connotano in maniera decisiva i suoi edifici, sono
l'elemento che li caratterizza, che li IDENTIFICA.
Non direi che i due mondi siano sovrapposti, parlerei più di
complicità, di dialogo, poichè si ESALTANO a vicenda.
Maria Ragosta 2006
http://digilander.libero.it/mary.rag/CommentoAffioramenti.html
“…nonostante il tema del risarcimento e della iniezione di naturalità, non si tratta in nessun caso di fare un "Parco" ma bensì, appunto "nuovi brani di città".”
“Nuovi brani di città”…l’altra faccia delle brown areas, ovvero
ciò che esse potrebbero/possono diventare dopo un progetto di
recupero; Il brutto anatroccolo che diventa un cigno.
“Nuovi brani di città”…non esiste formula migliore per esprimere
come sia effettivamente possibile restituire alla città e ai
cittadini ciò che legittimamente spetta loro: aree residuali, zone
degradate, vuoti urbani trasformati in pezzi unici.
Tutto questo è possibile e qui permettetemi una lunga parentesi:
Gehry fa esattamente questo, quando sceglie il sito su cui
realizzare il suo Guggenheim Museum; restituisce alla città un
pezzo che si era distaccato. Sceglie la zona industriale di
Bilbao, una periferia degradata e in parte abbandonata,
attraversata dallo stesso fiume che attraversa Bilbao, e allora
perché non darle il valore che merita? Ora grazie al Museo di
Gehry quella stessa periferia non è abbandonata, né dimenticata,
anzi è attiva a livello sociale ed è ben presente nella memoria di
molti, è un simbolo. Simbolo di cosa? Di tante cose: è il simbolo
della poetica di un architetto, il simbolo dell’epoca delle
Informazioni, è il simbolo del riuso del territorio, ma in questo
contesto mi sento di dire che è il simbolo della rinascita di un
luogo. Il Guggenheim Museum “AFFIORA” eccome dal flusso fluviale
(permettetemi l’assonanza) in cui è sito e annoda tra loro diversi
layer: il fiume stesso, lo strato industriale, il nuovo strato
sociale di flussi di persone che il museo attira. Possiamo pensare
che il museo stesso sia fatto di strati tridimensionali che si
avvinghiano l’un l’altro.
Ma torniamo in Italia, e pensiamo ad esempio alla zona
“Lungotevere delle Idrovore” a Roma: attività commerciali e strade
in stato di abbandono e degrado, vegetazione fluviale
“disordinata”, Non credete che quest’area, così come molte altre
di Roma, debba rinascere? E non credete che possa farlo allo
stesso modo della periferia di Bilbao. I requisiti li ha tutti, ha
persino il fiume... D’altronde non esiste solo Via del Corso…
Tornando alla frase tratta dal commento, non si tratta di
realizzare un parco qui, ma di ridare vita a questi ambiti,
renderli di nuovo protagonisti della vita cittadina. Come?
Intervenendo su diversi livelli, stratificando l’area in base alle
varie attività che si svolgono qui e nei dintorni, studiando i
flussi che ogni giorno si muovono da e verso questa zona. Infatti,
così come ha fatto il tevere nei secoli, poco distante da là, che
ha deviato il suo flusso per un tratto, tagliandone fuori un
pezzo, allo stesso modo la vita cittadina, le attività sociali
tagliano fuori dalla città i vuoti urbani, Le aree dimesse come
questa, Ma il modo per reintegrare questi vuoti alla vita
cittadina esiste. Bisogna allora deviare i flussi di automobili,
persone, informazioni verso quest’area che è stata tagliata fuori
dal vortice.
E qui interviene la mano dell’architetto, anzi più che la mano, la
sua immancabile sensibilità. Consapevole delle attitudini umane,
dei bisogni e delle necessità di tutti, può ridare vita a questo
luogo iniettando fasce e strati che si trasformano: il verde delle
aree ludiche si può trasformare in aree con belvedere, e ancora si
possono inserire tappeti espositivi all’aperto, percorsi aperti
che entrano in spazi chiusi per lo sport,
In seguito sono riportati dei progetti d’intervento dell’ONL Team, gruppo di architetti capeggiato da Oosterhuis. Mi sembrano ottimi esempi di interventi che in molti casi possono ridare vita ad aree degradate.
LO SCHIZZO è IL PRIMO LAYER?
Dopo la lezione dei layer e dopo aver letto gli articoli di
to do, ho cercato di vedere il concetto di stratificazione in un
altro modo. Per me questo concetto nella progettazione, ci ha
accompagnato dal primo momento che siamo entrati a fare i nostri
progetti. La prima stratificazione è stata quella di passare
tramite diversi schizzi in scale diverse per tornare di volta in
volta sul primo schizzo da cui prendeva spunto il nostro progetto
e per fare in modo di non perdere l'idea iniziale. Ma entrando
dentro il concetto della stratificazione in Architettura ho capito
che la cosa è molto più profonda e prende in se un mondo intero,
si può dire tutto quello che ci circonda e che é reale e tutto
quello che non si vede e che entra sia nel mondo dell' invisibile,
sia nel mondo dell'astratto.
Io penso che quando si parla di stratificazione, questa è una
parola che accomuna tutto quello che ci circonda e tutto quello di
cui siamo fatti. Cosi come noi stessi siamo complessi e abbiamo
bisogno di vari confronti nella vita, la stessa cosa succede in
tutti gli altri sistemi.
Architetto è il regista del mondo del costruito, lui ha il dovere
di mettere insieme tanti campi diversi e soppratutto saper gestire
tutto questo, con lo stesso sistema e logica che si parlava dei
layer. La stratificazione in architettura per me significa mettere
insieme varie discipline sociali e artistiche. Oggi come mai più
le scenografie, gli allestimenti permettono al architetto di fare
il regista di un spettacolo vivente urbano.
Gli spazi e gli volumi di oggi sono definiti da una rete
invisibile di onde, fibre e flussi tecnologici, gli alberi
diventano volume e fanno il gioco del pieno e del vuoto. Sembra
che tutto cerca di prendere una definizione infinita dello spazio,
ma senza accorgene lo spazio in cui viviamo e definito dai
pannelli e sistemi invisibili, come succede nei sistemi di
comunicazione dei computer.
Emiljana Xherrai
di Roberto Sommatino 2003 VAI
Highlayers & bylayers
A parte l'incredibile somiglianza (a prima vista) con certe immagini degli schemi del progetto di Koolhaas per La Villette, in "Highways & byways" di Klee, del 1929, credo siano ravvisabili spunti interessanti sull'organizzazione dello spazio per layer. Il titolo ci porta apparentemente e volontariamente sulla "cattiva strada" per svelarci dopo un po' il suo senso ironico e paradossale. .......
segue nel sito con molte Immagini
Vai http://spazioweb.inwind.it/paolo_diociaiuti/(p)assaggi/passaggi/passaggiod/suaffioramenti.htm
di Antonia Marmo
....in chimica da un singolo atomo si possono creare tantissimi aggregati di atomi dette molecole. Ma la struttura molecolare, e anche la sua forma, è influenzata dal tipo di legame che si è instaurato tra i singoli atomi della molecola, che a sua volta influenza la struttura e la geometria tra le molecole stesse e quindi di tutto il reticolo cristallino. Questo tipo di legami non è fisso, prevedibile e non è strutturato a priori ma molto flessibile, ....
Layer come Visione anche verticale
Marco Francioni 2004
Marco Francioni
<m.francioni@fastwebnet.it>
se ci pensiamo bene noi creiamo layers, con
un cervello fatto di layers.
Sembra strano, ma e' proprio così. Gli
"organi" del nostro computer devono le loro ridotte dimensioni
e le loro capacità alla rivoluzione apportata dal sistema
di stratificazione di lastre microscopiche in silicio. Il
cervello del nostro computer infatti "vive" ed elabora grazie
ad una quantità numerosa di sovrapposizioni di
layers.
Interessante è vedere come avviene il
processo per la produzione del circuito intergrato; questo
prevede che ciascun strato del circuito venga inciso
separatamente sulla superficie del "wafer? di silicio. Questa
tecnica è molto simile a quella adoperata nella stampa delle
illustrazioni a colori. In primo luogo, viene eseguita una
OEselezione? dei colori della fotografia, scomponendola in
quattro diverse lastre (tre colori più il nero), I quattro
colori sono poi stampati sovrapponendo con precisione le
selezioni?.
Il processo per la fabbricazione del chip
utilizza strati di silicio "drogato? ed altri materiali al posto
dell?inchiostro, ma la procedura necessaria è molto più
complicata di quella usata per la stampa delle "quadricromie?.
L?illustrazione riportata qui in basso, mostra come le singole
"maschere", ciascuna relativa ad uno strato del circuito,
vengono sovrapposte in sequenza, al fine di costruire il
microcircuito: in questo caso si tratta di un semplicissimo
circuito transistorizzato, ovviamente molto più semplice di un
processore, ma basato sullo stesso principio.
On 9-04-2003 1:23, "Salvatorluca Tallaro" <lucakr@tiscali.it> wrote:
> Le invio il link ad una delle tantissime pagine web dedicate a Fernandez Arman. Si tratta di un autore contemporaneo che conosco da tempo e che basa la propria ricerca su una tecnica da lui stesso definita accumulazione. Mi sembra interessante per due ordini di motivi: il primo riguarda la prevalenza della composizione sui singoli elementi (tubetti, pennelli, violini affettati) accumulati e incollati sulle tele. Il secondo riguarda il tema dei layers, della stratificazione, ed in particolare l'evidente contrapposizione alla bidimensionalità delle composizioni di Mondrian di cui parlavamo durante l'ultima lezione. Approfondirò il tema appena avrò più tempo
http://www.bugnoartgallery.it/GLI_ARTISTI_-_THE_ARTISTS/ARMAN/arman.htm
Commento affioramenti, Laboratorio di Urbanistica
[...] "E finalmente parliamo del soggetto del mio progetto: il Fiume Tevere. Esclusi i mercati generali, tutto il resto, tutte le zone studiate finora hanno un'unica cosa in comune, il Tevere, che un secolo fa era utilizzato per i trasporti di materie prime e dei prodotti finiti, da sempre il fiume è stato un protagonista fondamentale per i centri industriali, soprattutto nell'Ottocento, proprio in questo periodo la città si allungava verso sud creando sulla Via Ostiense un polo di primissima importanza. Questo fiume rappresenta oggi una risorsa inutilizzata sicuramente difficile da gestire, molto più di una ex fabbrica di sapone, ma con potenzialità di tutt'altra grandezza. Lo stesso nuovo piano ne riconosce e riafferma il forte valore strategico costituendone uno dei punti di massima importanza. Ancora una volta queste vaste aree così compromesse da situazioni di abuso, di degrado, di abbandono, possono diventare opportunità uniche per la città di recuperare spazi verdi aperti, dare una qualità ai quartieri circostanti, e al sistema ambientare del Tevere tutto, di altissimo livello. I motori di questa trasformazione saranno appunto da una parte queste aree ex industriali che hanno già un valore di per se solo perché sono grandi zone libere dentro la città, dei buchi che aspettano di essere riutilizzati; d'altra parte forti soggetti privati che se ne vogliono appropriare e non ultimi tutti quei potenziali soggetti minori che fino ad oggi hanno sfruttato la disattenzione degli organi competenti verso le aree vicine al fiume e che una volta ridestata l'attenzione alla situazione ambientale nel suo complesso hanno tutti gli interessi a regolarizzare la propria situazione. Quindi anch'essi possono essere stimolati all'acquisizione di queste aree libere."
Alessandro Silvestri 03
Prosegui qui
Il link all' approfondimento sui layer (layer e composizione musicale) e non tralasci l'ascolto dei sample musicali http://members.xoom.virgilio.it/_XOOM/tattolo_v/diario_di_bordo/lez_09/layer-linea.htm