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RIDEFINIRE I CONFINI DELL'ARCHITETTURA
Scopo della lezione è dedicato a tre parole chiave che hanno un ruolo importante per andare oltre
Esse sono:
A. Paesaggio
B. Paesaggio mentale
C. Strumento
ascolta audio versione 15 marzo 2019
A. IL PAESAGGIO
Paesaggio dal libro e dal testo per Zagari 24 definizioni di paesaggio"
Definizione proposta da Antonino Saggio
- Rappresentazione estetica, condivisa collettivamente e culturalmente, ma in costante evoluzione, di una parte del mondo.
Dal volume di Antonino Saggio Introduzione alla rivoiluzione informatica in Architettura, Carocci, Roma 2007:
« La parola “paesaggio” ha un significato molto diverso dal termine “natura” che era abitualmente usato nel contesto dell’architettura funzionalista.
La parola natura si poneva in maniera “esterna” rispetto all’architettura. La natura esisteva di per sé ed era ovviamente anch’essa un oggetto, come oggetto era l’architettura stessa. Da ciò conseguiva il fatto che i volumi puri nati dall’applicazione della logica industriale e meccanica all’architettura si posassero come solidi platonici su un terreno che gli era estraneo. La natura era da una parte una terra di conquista per una città pensata in continua espansione, dall’altra una risorsa puramente igienica (di sole, di aria, di luce) che “serviva” all’architettura.
Il concetto di paesaggio ribalta l’oggettivo in soggettivo e l’idea di estraneità in interiorità. Se si inizia a riflettere ad una possibile definizione di paesaggio, si converrà con l’idea che l’unica cosa di cui non possiamo fare a meno per pensare il paesaggio è la sua “immagine” e in particolar modo la sua rappresentazione in pittura. Possiamo togliere tutto al paesaggio: pensare al paesaggio senza cielo, senza natura, senza verde, senza acqua; possiamo finanche pensare a un paesaggio inabitato. Possiamo pensare a tante privazioni del paesaggio, ma non possiamo pensare in alcun modo al paesaggio senza pittura. E per pittura si intende, naturalmente, una forma di rappresentazione bidimensionale che va dai fratelli Lorenzetti – che ritrassero Siena e la sua campagna nel XIV secolo - sino a Burri o Pollock.
Perché non possiamo fare a meno della pittura (rappresentazione) per parlare di paesaggio? La prima ragione è che la pittura ci obbliga ad un rapporto “critico” con il vedere. Non è il paesaggio che esiste realmente, ma esiste solo un’interpretazione estetica del mondo che chiamiamo paesaggio. Il paesaggio “è” interpretazione (non è natura, non è territorio, non è materia). L’interpretazione è una forma di conoscenza complessa che appunto è prima estetica e poi (ma in maniera subordinata) anche scientifica, botanica, socio economica, geologica, storica eccetera.
La seconda ragione per avvicinare la nozione di paesaggio alla rappresentazione e alla pittura, è che la pittura oltre a essere interpretazione critica è anche, e allo stesso tempo, progetto.
Infatti si può forse avere pittura senza sguardo? L’atto del guardare è atto critico (è diverso dal puramente meccanico “vedere”). Nella pittura l’esercizio dello sguardo non propone una attività passiva, ma bensì una attiva che costruisce l’immagine e quindi in realtà propone un vero e proprio progetto di trasformazione.
Pensiamo a Canaletto (e naturalmente ricordiamo André Corboz che bisogna citare in questo contesto), a Turner, a Cezanne, a Pollock e a Rauschenberg e a Rotella.
Le loro interpretazioni di paesaggio hanno creato, creato!, i paesaggi poi costruiti e abitati. Cezanne non ha ritratto una montagna come era. Cezanne ha capito, dipingendo in quel modo, come il mondo avrebbe dovuto essere. E quel mondo, Le Corbusier e Mies e Gropius lo hanno veramente costruito e noi veramente abitato. Vogliamo parlare di Rauschenberg della Pop Art e di Gehry? O pensare a Klee e a così tante ricerche di landscape che in una maniera o nell’altra lo costruiscono veramente, come nel caso della Hadid, il paesaggio che Klee ha dipinto? Pittura, rappresentazione, nozione di paesaggio si collegano così al progetto. Non è un nesso facile, né immediato, ma è profondamente utile.
Vi è un terzo livello. Il paesaggio, attraverso la rappresentazione pittorica, non solo è come abbiamo visto (1) interpretazione critica, e (2) progetto esso è anche allo stesso tempo, auto rappresentazione, (3) autoritratto. Van Gogh è decisivo per capire questo aspetto.
Questa componente da una parte porta al fatto che tutti dovremmo guardare, interpretare e soprattutto rappresentare il paesaggio: l’esercizio della rappresentazione può e deve essere fatto in prima persona come pratica critica e autocritica, come lettura del mondo a nostra immagine e somiglianza. Ma il secondo aspetto nella nozione di autoritratto per intendere il paesaggio (ben nota alla letteratura psicanalitica), si collega al rapporto tra soggettività e collettività.
Come le persone sanno misurarsi in rapporto gli altri attraverso una fitta rete di relazioni storiche, sociali, economiche, così il paesaggio è un campo di mediazione tra soggetto (e rappresentazione personale) e collettività. La nozione di paesaggio si gioca tra personalità individuale e responsabilità collettiva. I grandissimi danno spallate alla visione storicamente consolidata (i Lorenzetti, i Cezanne, i Boccioni, i Burri ma anche Gehry, Eisenman o Hadid) e obbligano l’insieme sociale a riassestarsi progressivamente su una nuova estetica e su una nuova modalità di trasformazione del paesaggio. Ecco allora la definizione:
[1] Paesaggio è la rappresentazione estetica, condivisa collettivamente e culturalmente, ma in costante evoluzione, di una parte del mondo.
Informatica e nuove complessità
Il rapporto tra questa definizione di paesaggio e l’informatica è stato in una prima fase indiretto e strumentale, ma ultimamente è anche diretto e creativo. E’ stato indiretto e strumentale perché il cheapscape di Gehry, i palinsesti di Eisenman, le tessiture guizzanti di Hadid sono tre modi in cui un’idea personale e soggettiva di paesaggio si è trasformata in “rappresentazione estetica condivisa collettivamente e culturalmente” e in architettura grazie all’elettronica. Informatica, computer, modelli, calcoli sofisticatissimi e anche in parte realizzazione diretta delle componenti sono stati gli strumenti elettronici che hanno consentito in questa fase storica la realizzazione di quelle idee. Come disegnare e poi costruire altrimenti le grandi masse continuamente cangianti di Gehry nell’auditorium di Los Angeles, oppure le profonde fratture del terreno nel centro culturale di Santiago de Compostela di Eisenman oppure i crepacci e gli intrecci della stazione di Afragola della Hadid? Ma la concezione di quel paesaggio non è affatto ispirata all’elettronica come invece avverrà per la generazione di architetti successiva a quella di Gehry, Eisenman e Hadid. E’ questa una generazione “Nata con il computer” e che è intimamente legata all’elettronica. In questo caso si lavora ad un’idea di paesaggio di cui l’informatica e l’informazione sono effettivamente la materia prima. (V. Informazione). Nasce un rapporto con una nuova idea di paesaggio in un intreccio, intimo, quasi inestricabile con l’informatica. Vediamo come e perché.
Il paesaggio cui cercano di dare forme i nuovi architetti nasce attraverso i sistemi di interconnessioni dinamiche, le interrelazioni, le mutevolezze, le geometrie topologiche o parametriche che sono tipiche del mondo informatico. Una serie di architetti, li nomineremo oltre (V. Reificazione), stanno dando forma ad un paesaggio informatico che se non ha ancora l’evidenza e la forza di rappresentazione “collettivamente condivisa” che sta assumendo il lavoro di Hadid, di Gehry o di Eisenman ha allo stesso tempo caratteri già delineati. » (Antonino Saggio Introduzione alla rivoiluzione informatica in Architettura, Carocci, Roma 2007:)
(EN)
« “Landscape” means an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors » (IT)
« "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle persone, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni »
(Convenzione europea del paesaggio, versione ufficiale in inglese del Consiglio d'Europa, Articolo 1, traduzione non ufficiale)
Bisogna altresì considerare che la traduzione italiana non ufficiale del testo inglese e francese della Convenzione europea del paesaggio è piuttosto sfortunata, in quanto all'art.1 non coglie il senso di paesaggio contenuto nella Convenzione, ma lo assimila al preconcetto di "paesaggio" come "bellezza naturale" della L.1497/1939 italiana. Il paesaggio non è una "determinata parte di territorio" come si evince dalla traduzione non ufficiale (è sufficiente leggere la versione inglese o francese come fonte, il senso di "determinata parte" non c'è). Anche se nella versione francese il testo dice "une partie de territorie", l'azione di determinazione è effettuata dalla percezione della popolazione, che è un processo successivo. Non esistono "determinate parti" perché in base alla Convenzione tutto è e può essere paesaggio. È comunque il motivo per cui la traduzione italiana rimane "non ufficiale", in attesa di revisione. Pertanto nel frattempo è preferibile una traduzione come la seguente:
« Zona o territorio, quale viene percepito dagli abitanti del luogo o dai visitatori, il cui aspetto o carattere derivano dalle azioni di fattori naturali e/o culturali (antropici) »
(da A.Giordano, Per codice di progetto del paesaggio, in Frames. Frammenti di architettura e paesaggio, 2006, Libreria Internazionale Cortina, Padova)
paesaggio infrastrutture .. ascolta l'intervento >>
definizione di paesaggio intervento a lubiana >>
http://it.wikipedia.org/wiki/Allegoria_ed_effetti_del_Buono_e_del_Cattivo_Governo
Ambrogio Lorenzetti 1338-1339
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Ulrich Flemming found art around the world oppure kindle
Il libro raccoglie foto dell'autore inserendo acanto il nome di un pittore di riferimento. L'operazione è molto significativa sia per gli artisti che si conoscono sia per gli artisti che il libro ci invita ad esplorare. Il libro è gratuito ed èun bel regalo.
Leggi
Roma: cosmo materia cultura in cui vi è un lungo passo sul paesaggio
EPUB | STAMPA | STAMPA B&W
Contributi di: Giovanna De Sanctis Ricciardone, Luigi Franciosini, Antonino Saggio e dei dottorandi di ricerca in Architettura - Teorie e Progetto: Rosetta Angelini, Matteo Baldissara, Alessandro Brunelli, Livio Carriero, Giovanni Rocco Cellini, Lelio Di Loreto, Elnaz Ghazi, Mickeal Milocco, Marta Montori, Teodora M. M. Piccinno, Andrea
Scape
Moonscape versus Paesaggio Lunare
In alto "Deserto rosso" di Antonioni, in Basso un disegno di Brunetto de Batté
L'inglese ha questo sostantivo scape (scena.. ma a noi mi piacerebbe pensare a rappresntazione) che può essere aggettivato quindi landscape, oppure cheapscape oppure appunto moonscape ruralscape eccetera. Le lingue latina e in particolare l'italiano ha l aparola paesaggio che costruisce dentro di se Lorenzetti. Il paesaggio è sempre antropico ha a che vedere con paese da cio deriva la cosapevolezza che è una operazione antropica ma che "poi" deve essere aggettivata paesaggio lunare.. che è una sorta di contraddizione in termini. Oppure l'equivoco spesso presente di associarlo tout-court a natura o a naturale.
(una parentesi, il paesaggio come autoritratto)
Il Paesaggio Mentale
Si può pensare sulla differenza tra la definizione di cui sopra di paesaggio ".. come rappresentazione estetica, condivisa collettivamente e culturalmente," e la definzione di "paesaggio mentale" che possiamo tradurre "come il tentativo di creare uno spazio operativo formato nel quale lavorare con una serie di strumenti di cui si indagano le potenzialità ... "
Questa paesaggio mentale è forse quello dentro il quale sempre gli architetti e gli artisti d'avanguardia lavorano (anche se spesso nebulosamente e che nel brano citato si riferisce alle "spallate" che solo i grandi possono fare) . Solo quando è condiviso questo paesaggio mentale diventa tout court "paesaggio"... in quanto appunto "condiviso".
Il paesaggio mentale dunque è lo stadio in fieri, in ricerca.. di quello che eventualmente potrebbe divenire nuovo paesaggio. Naturalmente esistono tanti tipi di paesaggio e per questo funziona bene l'inglese che facendo centro sulla parola "scape" scena .. ma in fondo diremmo noi forzando un poco rappresentazione.. landscape, urbanscape, chepscape
(originati da altrettanti paesaggi mentali.. quello senza calcolo e tutto geometrico romano, quello prospettico, quello analitico e astratto e sia pur nebulosamente anche un paesaggio mentale informatico.....
Quali sono le caratteristiche di questo paesaggio mentale informatico? ecco un brano che ne tratta:
"Nella mente degli architetti di nuova generazione, quelli che abbiamo chiamati una volta "Nati con Il Computer", da anni sta prendendo forma un paesaggio nuovo, un paesaggio nativo della nuova era: è il paesaggio dell'informazione.
Quali sono le componenti fondamentali di questo paesaggio? Innanzitutto all'interno di questo mondo assumono grande valore le informazioni che ne costituiscono la vera e propria materia prima. Le informazioni fluttuano, si riconfigurano, si modellano in forme significanti e produttive e poi si muovono e si riaggregano ancora in una maniera diversa. Si sente, si capisce, si intuisce dentro questo paesaggio mentale una grande distanza dal passato. Se le ruote dentate, le bielle, i nastri trasportatori erano i mattoni primi (e le fonti di ispirazione) di un paesaggio meccanico e industriale, che è stato poi costruito da Gropius, da Mies da Le Corbusier e da Wright, oggi, e ancor più domani, sono proprio i bit delle informazioni che costituiscono l'imprescindibile valore di un mondo contemporaneo che spinge per prendere forma anche in architettura. Un secondo elemento di questo nuovo paesaggio mentale è la similitudine con ciò che sempre più quotidianamente si vive. Ed il paesaggio d'oggi non è solo quello della metropoli contemporanea nelle sue mutazioni nei vari angoli del mondo, ma anche e soprattutto quello che viviamo ogni minuto negli schermi dei nostri computer e nelle nostre protesi tecnologiche. È un paesaggio fatto di salti, un paesaggio di sovrapposizioni, un paesaggio soprattutto di interconnessioni dinamiche tra le informazioni. È il paesaggio della interattività.
E, infine, c'è almeno un terzo elemento del paesaggio mentale che nebulosamente prende forma nelle menti degli artisti e degli architetti nuovi. È quello di una natura riconquistata, di una natura di nuovo partecipe attivamente del mondo contemporaneo e non più relegata a vassoio per i lucenti oggetti macchinisti. Questa natura riconquistata si muove dentro le ricerche sulla complessità consentite dalle modellazioni elettroniche, vive le mutazioni e ibridazioni del nostro corpo e si presenta come una sorella attiva ed intelligente accanto all'architettura. Questi tre elementi del nuovo paesaggio mentale (informazione, interattività, natura) cercano da anni una sintesi in un'opera di architettura. Un'opera che ne condensi le ragioni e che con la sua forza esemplificativa si presenti come la rilevazione che renda praticabile anche ad altri una nuova possibilità. "
Da Il paesaggio mentale di Antonino Saggio
in
Antonello Marotta
"Diller + Scofidio. Il teatro della dissolvenza"
(IT Revolution in architettura)
Italia, 2005
Edilstampa
pp 96, €14,00
prefazione di Antonino Saggio
Ma se devo pensare ad uno e ad uno solo edificio immagino Blur di Diller e scofidio
LO STRUMENTO
La creazione di un nuovo paesaggi! non può prescindere dalla presenza di una crisi strumento ! per capire basta riferisi innanzitutto alla fotografia e poi al cinema.
L'arrivo della macchina fotografica spinge progressivamente ad una riflessione "estetcia" sull'ariimo e sulla velocità.
Questo processo come un anello di Moebius da una parte trae alimento da modifiche oggetive del mondo... dall'altra le crea le da forma in una nuova idea di paesaggio!.
Questo funziona innanzitutto con la ftografia e con il cinema. e poi all'indietro sicuramente con la prosepttiva e al contrario verso l'attualità e il futuro se pensiamo all'dea di comuter e informazione? Giusto se pensiamo ad una metropoli di oggi...
Vi è un concetto che bisogna avere ben chiaro quando si parla di Rivoluzioni Tecnologiche ed è di cambio di paradigma. Questo concetto lo traduciamo in "Paesaggio Mentale". Ora, vi è qualche dubbio che le ricerche di Peter Eisenman nella seconda parte degli anni Ottanta e nella prima parte degli anni Novanta implicavano un diverso "Paesaggio Mentale" (un diverso modo di intendere, concepire pensare l'architettura rispetto a quello corrente) indipendentemente dalla effettiva presenza della tecnologia e indipendemente dalla sua giornaliera praticabilità?.
Viene da pensare a Giotto.
a.saggio come sinopsis di dieci anni di folding
val alla conferenza in ENGLISH >>>>Vai alla conferenza originale
Il testo più completo da cui avere un'idea su questo tema è "Datemi una corda e costruirò", che si può ordinare in rete o in pdf
Datemi una Corda e Costruirò. Costruzione, Etica, Geometria e Information Technology
Dall'arco al compasso, dalla sezione aurea al logaritmo, dalla geometria operativa di Francesco Borromini sino a Louis Kahn, da Jørn Utzon sino a Gehry e ai nuovi architetti informatici, dalla necessità etica della costruzione al Rural studio questo saggio propone un intreccio fitto di temi. Tiene insieme la scrittura l’attenzione allo strumento, inteso come “materializzazione dello spirito” (Koyré) , come tensione che trova proprio nella costruzione dell'architettura un momento di interrogazione delle proprie potenzialità.
........Local
Conference and text in english with audio >>>
read in EnglishQuante volte?
Il contare. Tre problemi connessi con la parola Volta
Cosa contare, Come contare, Come calcolare
Volta, volta
the first number systems were not really intended for calculation but to record the results of calculations worked out on the abacus (Augarten 1984 p.4)
I numeri si trascrivevano non potevano essere usati per calcolare cosa che avviene solo con il sistema hindu-arabo e poi naturalmente il log eccetera.
Ma il centro è che i due strumenti fondamentaliè astratto come sistema e semantico contestualmente. Vedi alfabeto. Vedi derrick de kerckove eccetera
La sequenza e la prima griglia urbana di Ippodamo da Mileto non pensabile senza alfabeto quinto secolo.
Leggi p. 8 proporzioneQuindi vi è un rapporto fortissimo tra alfatebizzazione, numeri e concezione di spazio. Su questo torneremo e naturalmente questi strumenti "fondativi" alfabeto e numeri sono alla base di una lunga evoluzione dei concetti spaziali.
Il numero ha a che vedere con il tempo, l'alfabeto con la spazializzazione del tempo il renderlo intellegibile e abitabile (ma su questo torneremo)
Vediamo ora invece il concetto dello strumento o meglio del paesaggio mentale
E il Movimento e il corpo
e la Geometria?
Concezioni
"Siamo abituati a rappresentare un'architettura già realizzata. A disegnare (o misurare) le piramidi o un palazzo rinascimentale per far ritornare sulla carta qualcosa che conosciamo come una realtà già esistente nello spazio. Ma ci siamo mai chiesti l'inverso. E cioè come e quanto un oggetto reale "assomigliasse" al modo che i suoi contemporanei avevano di rappresentarlo. Forse questa domanda renderebbe evidente che sono le conoscenze stesse che "si rappresentano" nell'oggetto architettonico. Le regole basilari della trigonometria sono fotografate nelle piramidi, un calcolo basato sulla geometria (e non sui faticossimi numeri romani I, II, III, IV) è alla base del Pantheon, la perdita della padronanza geometrica-aritmetica è evidente nel cavernoso e traballante interno di una chiesa romanica, senza le righe e le regole della prospettiva non vi è un "ordinato" palazzo rinascimentale, e senza i volteggi di un compasso non avrebbero preso forma le curve di San Carlino o di Sant'Ivo. Insomma se pensiamo "anche" allo strumento guadagniamo una chiave per capire come alcune spazialità sono nate"da AS Preface Flyng Carpets, in Bruce Lindsey Digital Gehry,Birkhauser 2001
.
I, II, III, IV ????
..
...
Compasso di proporzione from 1597 Galileo, Lens SPyKscope telescope
Scarica estratto versione IpadArticolo originario su Coffee break
Forse il ragionamento più chiaro sull'impatto dello strumento come crisi e come sfida, come capacità di creare un diverso "paesaggio mentale" è contenuto non in uno scritto di architettura ma in uno dedicato a Caravaggio.
ne esistono diverse versioni che vanno avanti dal 2006 al 2013. Forse anche leggere la versione web su Coffee break può chiarificare molto la questione.
Nuovo libro 2018
A for every thing An
Poi usare a scelta un volume di questa lista:
Domenico De Masi, La Fantasia e la concretezza, Mondadori Milano 2003 (in particolare la prima parte)
Approfondimenti bibliografici consigliati dal prof Giannandrea Jacobucci:
come questo si incarna in un a nuova architettura? Si può leggere naturalmente l'ultimo capitolo la parte di Architettura e modernità
In conclusione tra Strumento ed utensile vi è una cesura definitiva o invece è un problema di diverso rapporto. Ecco cosa ne scrivevo
...il pianoforte è uno strumento, una racchetta un utensile!" Questo è un errore concettuale! Infatti il fatto di diventare strumento del pianoforte dipende da un rapporto, da una "relazione" soggettiva!..
Questo lavoro è andato avanti in un articolo insieme a Gabriele Stancato
To DO: per la prossima lezione e pubblicare nel Blog
A. Leggi se non lo hai già fatto
"Nuova soggettività. L'architettura tra comunicazione e informazione">>
B. Crea un Concept che elabora il tema della crisi nella direzione paesaggio, paesaggio mentale, strumento
A. Pensare a una situazione di difficoltà e di crisi di varia natura e possibilitàB. Descrivere questa situazioneC. Immaginare progettualmente come questa situazione possa essere affrontata anche con l'utilizzo della Information technologyD. Pubblicare sul proprio blog e spedire il link via email a Antonino Saggio e a chi si vuole dell'Indirizzario
Domande o double check
Che cosa è: volta che? In che senso? volta?
Che cosa è: quale è il rapporto tra la griglia e l'alfabeto
Che cosa è: come possiamo descrivere il concetto di paesaggio mentale
Che cosa è: in che senso l'architettura rinascimentale è reificazione della prospettiva?
APPROFONDIMENTI dei Partecipanti
Chiara Gai IT Caad 2017 mette in rapporto le fotografie della sua famiglia e le diverse macchine fotografiche usate per realizzate
Dalla Terra al CAD: e lo strumento cannocchiale
On 24-03-2005 17:08, "Vendetti Emanuele" <ven.ema@tin.it> wrote:
"In cento anni una nuova rivoluzione si è compiuta.La rivoluzione copernicana ha collocato
fuori dal globo terreste il fulcro
del cosmo." Prima della cosiddetta rivoluzione Copernicana:"Le stelle, rappresentano oggetti eterni, divini e immutabili, che si
muovono con velocità uniforme intorno alla Terra, e descrivono la più
regolare e perfetta di tutte le traiettorie, quella della circonferenza
senza fine. Questa convinzione fece sorgere diversi "modelli", detti
"modelli geocentrici", perché avevano in comune l'ipotesi che la Terra,
concepita come sfera, fosse al centro dell'Universo. Modello geocentrico
vicino alle tematiche religiose.IL TEMPIO DI STONEHENGE (3000 a.C.)
Monumento megalitico è forse il primo esempio di osservatorio astronomico,
quindi il primo "Strumento" per osservare le stelle e prevedere le eclissi,
per elaborare calendari del lavoro agricolo basati sul corso della luna.
Volontà di capire esplorare ciò che è sconosciuto.GALILEO GALILEI fu uno dei più grandi protagonisti del dibattito cosmologico
che si sviluppò agli inizi del'600, e riuscì in ambito più strettamente
scientifico a superare i limiti del sistema copernicano sia a livello
teorico che a livello sperimentale.Grazie allo sviluppo di un tipico lavoro di astronomo, ma sicuramente grazie
ad uno "strumento" da lui stesso realizzato: "il cannocchiale".Il Cannocchiale senza dubbio è uno strumento innovativo che ha dato il via
alla stesura di nuovi "modelli", si passa da un modello geocentrico dove la
terra era il fulcro dell' universo conosciuto, a modelli dove la terra entra
a far parte di un grande sistema e risulta essere un puntolino nell'
universo; da qui il concetto di crisi: infatti il cambiamento dei modelli o
del "paesaggio mentale", come bagaglio di informazioni che sono state
incamerate, e che fino ad allora caratterizzava la società del tempo viene
ad essere modificato e ancor peggio completamente cambiato e
rivoluzionato.(condanna della chiesa )Il cannocchiale in qualche modo ha fatto aprire il mondo a quello che lo
circonda, da uno stato introverso si passa ad una visione estroversa del
mondo conosciuto, si cerca di scoprire di capire il perché e il come delle
cose, anche se lontanissime c'è la volontà di avvicinarle per avere l'illusione
di tenerle vicine appunto per comprenderle e capirle meglio. Quindi c' è una
sorta di volontà di raggiungere quello che non è raggiungibile di spingersi
verso un "infinito" che è sempre più lontano e sempre più inarrivabile,
perché in qualche modo esula da concetto di tridimensionalità, per sfociare
in una idea che far partecipare anche un quarto fattore, la quarta
dimensione e cioè il "tempo"; (infatti anche con il più potente dei
cannocchiali, si riescono a vedere i pianeti, cioè la loro luce che è
partita in un punto temporale del nostro passato, ed è giunta a noi adesso
proprio quando la stiamo vedendo, pensando di partire e di raggiungere la
fonte (o la riflessione) quasi sicuramente rimarremmo delusi non trovando
niente. in qualche modo stiamo vedendo un passato di un altro punto dell'
universo) ma sicuramente legato al concetto di cannocchiale c'è il concetto
di "microscopio" altro strumento elaborato da Galileo che non è altro che il
complementare del concetto di infinito: + / -infinitamente grande / infinitamente piccolo. l' unico fatto è che noi siamo dentro
all' infinitamente grande ci siamo
dentro e dobbiamo ravvicinare quello che è estremamente lontano.M entre per l'infinitamente piccolo possiamo avere una visione esterna, e
dobbiamo ravvicinare quello che è estremamente piccolo.Ma se noi siamo all'interno di un qualcosa estremamente grande, e siamo
esterni ad un qualcosa di estremamente piccolo, e se il concetto di infinito
è giusto, e logico pensare che all' interno dell' estremamente piccolo in
relazione possa esserci un qualcosa o un qualcuno che è nelle stesse nostre
condizioni. teoria della relatività???Ps
Vedere il film Powers of ten- degli eames. E' su you tube
IL CANNOCCHIALE ROVESCIATO
Bellissima! Questa vuol dire menti connesse!
On 11-04-2005 21:09, "organt_@libero.it" <organt_@libero.it> wrote:
> Salve, volevo solo inviarle una ironica e forse banale riflessione sul
> canocchiale di Galileo:
> Questo infatti riesce ad ingrandire l'immagine nell'obbiettivo grazie a due
> lenti, una convessa e una concava. Ma oltre ad essere ingrandita questa appare
> anche ROVESCIATA, quasi a rimarcare il carattere eretico della sua invenzione,
> e di come il suo gesto andasse s rovesciare la morale dell'epoca.
>
> Cordiali saluti
>
> Matteo Alfonsi
FUTURO IPER MECCANICO
Caro Alfonsi, vedo che sta mettendo a posto i pezzi (ah, no, i bits) er l'11. LA sua carrellata di immagini è motlo
stimolante e naturalmente sono d'accordo. Pensavano ad un iper meccano, non potevano prevdere che sarebbe
stato diverso e che sarebbe entrato in gioco un nuovo attoreOn 7-07-2005 18:18, "organt_@libero.it" <organt_@libero.it> wrote:
> Salve Professore, Le invio un piccolo approfondimento sul tema del paesaggio
> mentale.
>
> Cordiali saluti
> Matteo Alfonsi
>
> http://digilander.libero.it/matteo_alfonsi/futuro/futuro%20meccanico2.htm
CANNOCCHIALE e COMPUTER
On 5-04-2005 8:33, "Giuseppe Aluffi" <giuseppe_aluffi@virgilio.it> wrote:
Buongiorno Professore, vorrei far emergere un parallelismo tra la società della prima metà del XVII secolo e quella che stiamo vivendo e come due strumenti "innocui" abbiano potuto rivoluzionare le rispettive economie e modi di pensare contemporanei : il cannocchiale e l' informatica .
Tutti e due all' inizio hanno incontrato ostilità nell' affermazione nella società e nel loro ruolo specifico all' interno di essa ( pensando al computer chi non ha mai provato diffidenza o smarrimento verso queste macchine così complicate da imparare che tolgono lavoro agli uomini ? ) Riguardo al cannocchiale e a Galileo scrivono alcuni autori << ma il vero interesse sta nel processo con il quale si è mutata la mentalità del mondo scientifico che dapprima non voleva saperne di questa novità e poi ha finito per riconoscere in essa un vero tesoro , trasformandola in una delle risorse più potenti per la conoscenza del mondo >> (V. Ronchi ).La filosofia del medioevo aveva ignorato le lenti da occhiali , roba per malati , per vecchi o per far trucchi durante le fiere , non ci si fidava di esse , si pensava che ingannassero e c' era l' idea che gli occhi che il buon Dio ci ha dati erano sufficienti alla vista delle cose che esistono ( Cesare Cremonini , amico di Galileo , non volle più guardare nel "tubo" :<< E poi quel mirare per quegli occhiali m' imbalordiscon la testa >> ) , inoltre vi erano radicati pregiudizi da parte della cultura accademica ed ecclesiastica nei confronti delle arti meccaniche ( parallelamente ancora oggi quante persone sentiamo dire :<< A me il computer non serve me la cavo benissimo senza >> , oppure quanta difficoltà c' è stata nell' accettarlo nell' ambiente scolastico? ) . Ancora sul cannoccchiale continuano gli autori << ma Galileo credette nel suo valore scientifico , lo puntò verso l'alto , ebbe fiducia in esso , trasformando uno strumento nato nell' ambiente dei "vili meccanici" , progredito per la pratica ( come internet oggi ), in un pezzo decisivo del sapere di immensa portata scientifico-conoscitiva >> (P. Rossi) .
Solo pochi illuminati , oggi come allora , ne capirono la portata rivoluzionaria ; ecco come si espresse Keplero sul cannocchiale dopo una prima diffidenza :<<Il sapiente tubo ottico è prezioso come uno scettro ; chi osserva con esso diventa un re e può comprendere l' opera di Dio . Per esso valgono le parole : tu assoggetti l' umana intelligenza ; i confini celesti ed il cammino degli astri >>
Commenti alle conferenze Per esempio tetris che si gioca in linea
On 22-04-2005 3:19, "valeria solazzo" <sollyvally@hotmail.com> wrote:
<http://giochi.virgilio.it/salagiochi/abilita/tetris/#>
IL LAPIS BORROMINIANO e altri strumenti
Matteo AlfonsiOn 29-04-2005 19:22, "organt_@libero.it" <organt_@libero.it> wrote:
> Salve professore, mi sembrava interessante comunicarle una piccola notazione sul tema strumento-Borromini:riguardo al fatto che lui fu uno dei primi ad adoperare il lapis invece che l'inchiostro per i suoi disegni. Disegnare con una punta affilatissima di grafite gli permise di raggiungere una precisione di dettaglio molto maggiore rispetto a quella raggiunta dai suoi contemporanei. Lo strumento "lapis" gli ha permesso così un salto in avanti rispetto alla concorrenza, lo stesso salto che lo strumento Cad ha permesso a noi.
Sono d'accordo. Mi sembra sia stato notato da F. Bellini, le Cupole di Borromini
AS
e sugli Strumenti di calcolo
http://www.fondazionegalileogalilei.it/collezioni/frames/collez_frameset.html
un museo degli strumenti di calcolo, dal compasso al pc.
La sezione sul compasso mi sembra particolarmente ricca.
Magari può essere utile a qualcuno.Matteo Alfonsi
Ancora sul compasso e la forte relazione con la squadra la sua storia e le sue varie implicazioni anche simboliche
Barbara di Cintio 2005 invia questo linkhttp://www.ritosimbolico.net/studi1/studi1_34.html
Laura Ricci
Approfondimento degli egiziani come usavano il compassohttp://ospiti.thunder.it/laurariccicaad2005/UNO%20STRANO%20COMPASSO.htm
Antonino Saggio
citazioni da Federico Bellini, Le cupole di Borromini, sull'uso in Borromini del compasso
" Marinelli appunto nella Roma Ornata che il nome del compasso, "la sesta", deriva dal fatto che la sua apertura (pari al raggio) può dividere in sei parti la circonferenza "" p. 23 2 ed è per questo, non per oscure implicazioni, che nelle piante della sapienza puntualmente la circonferenza che circoscive l'esagono : è una semplice figura della costruzione" 23
"i disegni borrominianai, se osservati direttamente, presentano forellini " delle punte del compasso Borromini misura corrisponde ecctera p.27
" riferisce Spada, che Borromini 'si come la melodia delle voci nasce dai numeri, la bellezza delle fabbriche, professa parimenti da numeri, e che tutte le parte habbino una tal proportiione, che un 'apertura del comapsso, senza muoverlo, le misuri tutti" p.27 (spada a Rasponi 7 ottobre 1656
" Secondo la critica di Bernini riferita a Spada 'il ... cavalier bernino per verità disse a me molti anni sono avanti l'altare di san pietro che il solo Borromino intendeva questa professione, ma che non si contentava mai, e che voleva dentro una cosa cavare un'altra, e nell'altra l'altra senza finire mai', Connors 1989b, p. 83 " in nota 41 p. 31
Federico Bellini, Le cupole di Borromini, la "scienza" costruttiva in età barocca, Electa, Milano 2004
Pitagora e lo strumento
Approfondimento di Nemanja Rankovic 2005http://xoomer.virgilio.it/traumachie/pitagora.htm Sito disattivato o scomparso
Ultimamente è emerso all'attenzione il Whole Earth Catalog. Un libro redatto da Steward Brand nel 1968 per "Empowered america". Ispirato in vario modo da Buckmunster Fuller, il catalogo frutto dell'idea di Brand era basato sulla scelta di prodotti e strumenti che avrebbero alimentato al possibilità di fare e costruire. E cioè l'unico modo di cambiare il mondo. Questa idea del fare e costruire, radicata nella cultura USA della frontiera, è una chiave Importnte per capire la differenza tra il 68 americano e quello, per esempio, nostrano. Ci si libera costruendo. Steve Jobs, come sappiamo, cita il WEC nel suo famoso discorso. E bisogna fare un sacco di salti sui famosi sassolini per capire come l'Ipad sia "anche" il frutto del librone di Brand fatto da fotocopie incollate, ciclostilato, sgangerato nel look e allo stesso tempo eccezionale. Il filo c'è, eccome. Ed ha a che fare con il famoso "carro" che i miei studenti conoscono bene. Nell'occasione vi pubblico, per chi non lo conoscesse, alcuni immagini del famoso catalogo.
Saluti a tutti Antonino