Corso di Progettazione Architettonica Assistita

Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Università La Sapienza -Roma

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III Ciclo:  La stratificazione e le sovrapposizioni | Il Mondo dei vettori. Geometrie e layer.

Lezione 13

LAYER COME APPOGGIO SULLO SCHERMO DI RITORNO DA DELFT

Tre livelli in cui il Layer è utile

1. Interpretativo e critico (vediamo ..guradiamo il mondo attraverso il layer)

2. Rappresentativo (rappresentiamo attrvaerso il layer.. per esempio il disegno di una casa e dei suoi sotto sistemi strutturali impiantistici eccetera)

3. Generativo (noi creiamo un mondo nuovo architettonico .."ad immagine e somiglianza del layer!")



 

 

To DO:
 

Leggere e commentare (partendo da una frase del testo) L'articolo

Leggi su Gomorra Coffee Break Lo scritto "Affioramenti dal Basso" (su una interpretazione dei Layer oltre il paradigma meccanico)

opzionale
Leggiper una Interpretazione Psicologica dei Layers

C:Vector/Line a1 c9 (su uno spazio mappato su due dimensioni X Y indico "entità")
 

1. Leonardo 2.
Secondo fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere un disegno a distanza se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi fisici (cioè inviandolo manualmente). Come faccio cioè effettivamente a "trasmetterlo" se voglio trovare un sistema efficiente, più rapido, meno scemo del precedente.? Come si risponde a questa domanda?
Ecco un modo.
 
 
2. Una volta capito questo.
A. La selezione non è più per "Porzioni di Schermo", ma per elementi, nominati e nominabili.
B. A questi elementi si può accoppiare una trasformazione "intelligente": scala, duplica; distorci parametricamente che ne conserva la natura "originaria"
C. Oppure trasformazioni che ne "elevano" o "diminuiscano" la natura originaria.
D. Moltissime organizzazioni degli elementi hanno a che vedere con l'accoppiamento ad un dato AlfaNumerico (A&N). Le vedremo più in là.
E. Altre hanno a che vedere con "organizzazioni" congrue di dati "semanticamente rilevanti". Uno dei più noti e utili sono i layer. E allora cerchiamo di Capire.
F. "Organizzare i layer" è come scrivere un romanzo.

San Clemente Roma

Musei Capitolini


 
 




Layers

nietniet
 
 

"Humpty Dumpty sat on a wall, Humpty Dumpty had a great fall, all the King's horses and all the Kings's man couldn't put Humpty Dumpty (in his place) together again"
Lewis Carrol


"Architecture and its double"
Jose' Luis Gonzales Cobelo
 El Croquis Daniel Libeskind n. 80
 

Eisenman
 

Eisenman Cannaregio

Paolo Invidia 2004 <paolo.invidia@fastwebnet.it>Eisenman La villette

Tschumi La villette


 

Da A. Saggio "Architettura e Modernità" Carocci 2010 p. 335

Il lavoro di Tschumi a sua volta dve molto all'approccio Notazionale... Una tecnica che asrae un livello un layer dalla realtà per creare un sistema di relazioni - un campo - astratto. ipico ed esemplare a questo proposito è il lavoro di Walter de Maria Lighting filed (molto in rete)

Le immagini sopra riprodotto provengono da questa pubblicazione web
course desxription at Columbia, critic Phu Hoang (MODU Architecture)
 

Koolhaas
villette


 

Daniel Libeskind
 
 

Ma i layer sono anche gli strati attraverso cui la scienza contemporanea interpreta il mondo

Un concetto ben espresso in Carlo Rovelli, L'ordine del tempo, Adelphi, Milano 2017

"Più che un disegno su una tela, il mondo è una sovrapposizione di tele, di strati, di cui il campo gravitazionale è solo uno tra gli altri" p. 69


Approfondimenti

Concetti derivati dalle lezioni svolte negli anni

2019 semestre primaverile

Una paroloa interessante per trattare il tem è la parola giunzione, versus la parola disgiunzione. Il pensiero moderno procede verso una disgiunzione. Mentre il plalladio i vari layer sono congiunti già nei cinque punti sono Disgiunti! Vedi trama di pilotis . la disgiunzione non è affatto formale, è il primis funzionale. Si tratta di ottimizzare layer diversi.

Naturalmente con l'avvento del pc, le potenzialità dei layer si decuplicano. Questo porta ad uno sviluppo esponenziale del concetto di layer che diventa assolutamente formativo ed esatttamente nel processo disgiuntivo appena descritto. Naturalmente Tschumi la Villette è il prunto chiave, anche se anticipato da ragionamenti di Eisenman a sua volta ispirati da uno spazio notazionale astratto dell'arte concettuale e land art vedi Loighting filed di De MAria.

Il punto di passaggio Alla fine della lezione si è svolto un interessante dibattito. Uno dei punti sollevati è come esistano layer invisibili: quello delle reti e delle informazioni. Mi muovo seguendo tripadvisor, non perchè vedo. Questo ragionamento ha condotto alla compresenza, in particolare nel nostro contesto europeo della compresenza di molti layer. Questo ha implicazioni con le bolle personalizzate.. concetto di cui trattare pi tardi nel concetto di spazio . Un secondo filone del ragionamento ha spinto a riflettere al rapporto tra layer e progettualità: per esempio è fuor di dubbio che il layer è uno "strumento principe del decostruttivismo degli anni Ottanta Novanta". E questo vale tanto dal punto di vista architettonico che filosofico. su questo si tratta in architettura e modernità.

grande artista dei layer Julie Mehretu - parlarne di più dopo la lecture all'American Academy del novembre 2019

Il giorno 10/giu/2014, alle ore 11:26, Gabriele Stancato ITCAAD 2014
ha scritto:

Vorrei offrire come contributo alla ricostruzione del sito questa video lezione di Odifreddi in merito a Bertrand Russel, in particolare in merito alla lezione 12 sui layer. Ragionandoci su mi è parso a un certo punto evidente che i tipi logici di russel e i layer sono la medesima cosa e possiedono le stesse proprietà. Egli parla di stratificazione del linguaggio, del fatto che le classi non possono essere elementi di se stesse (un layer non può contenere se stesso), che le classi hanno proprietà che caratterizzano i propri elementi (i layer hanno materiali, pennini, dati, etc...) ma non l'inverso cioè la descrizione dei singoli elementi non qualifica la classe (le proprietà dei layer si applicano agli elementi ma questi possono avere proprietà singolari che non si generalizzano nel layer), le affermazioni qualitative rispetto ad una asserzione possono venire solo da una classe logica di ordine superiore (se si include un layer dentro un altro layer quello di ordine superiore controlla quello di ordine inferiore e non viceversa), esiste una classe delle classi e quindi un progetto stratificato ha una qualità emergente che non è contenuta nei singoli strati ma che è espressione dei loro rapporti ed è una qualità di ordine logico superiore. Che ne pensa?

http://vimeo.com/9182095

Il giorno 12 giugno 2014 16:13, Antonino Saggio <antosag@gmail.com> ha scritto:
Caro Gabriele, grazie... stavo pensando.
Forse le lezioni dovrebbero diventare dei veri luoghi, delle specie di arene o di forum nelle quali si discutono alcune grandi questioni. Come un post in un blog!
Per esempio questo dei layer. Ti ringrazio molto del lucido commento. Sentirò oi differendo appena la rete(sono in treno ) me lo consente.

Ci sono tre termini concetti da condividere
1. Il Layer o strato è che oer logica diciamo orizzontale ....
2. La classe che per logica è verticale
3. La struttura gerarchica che è trasversale .. Attraversa e organizza layer e classi .
La classe è un modo di dare alle info in un cad altre classi di organizzazione ... Tipicamente i materiali
A questo punto una informazione è localizzata in un layer, appartiene ad una classe ed ha un rapporto gerarchico con altre info

Fatima marchini 2011 spiega che gli affioramenti hanno a che vedere con il tempo

Eisenman A Pompei 2007

Leggi l'articolo di Laura Fiorletta caad 2007 con altre immagini

 

"Il progetto della Circumvesuviana prevede il restyling e la ristrutturazione delle stazioni di Pompei-Santuario e Villa dei Misteri, creando un collegamento tra la città antica a quella nuova. Questo progetto di Eisenman per Pompei mi è sembrato significativo, e ricco di tutti gli elementi della sua poetica legata alla ricerca di un dialogo con l'esistente attraverso la ricerca di giaciture e geometrie sulla base di mappe storiche e preesistenze, come tanti layer sovrapposti. Attraverso il plastico si denota l'insinuarsi del costruito tra le pieghe delll'esistente."

http://xoomer.alice.it/fiorletta/Recensioni.htm

Monica Barbalace 2007

monica.barbalace@gmail.com

Fornisce un utile approfondimento rispetto all'intervento di Javier Ideami

Ha integralmente tradotto in italiano l'articolo sulla retina e sui dodici layer della visione

http://xoomer.alice.it/monicabarbalace/retina.htm
traduzione articolo sulla retina

altri link suggeriti e offerti da Barbalace
 http://xoomer.alice.it/monicabarbalace/index.htm
recensione di gamezone
 http://xoomer.alice.it/monicabarbalace/stratimobili.htm
recensione di strati mobili (non ricordo quale delle due volesse)
 

Layer e Pixel di Rosetta Angelini 2006

riflettendo sulle ultime lezioni: lo schermo - pixel ed i layer - vettori, e sul lavoro di Giovanni Vaccarini come già hai anticipato sul tuo sito riguardo il concetto di una interpretazione intelligente di alcuni temi dei nostri tempi, ho cercato di capire meglio come Giovanni nella sua architettura utilizzi il mondo dei  raster e quello dei layer. Bè, intanto li utilizza entrambi soprattutto nella composizione dei prospetti. C'è come dire un primo livello: i pixel, lo schermo, costituito da una superficie trattata o con un rivestimento di pietra che fa vibrare le superfici oppure di vetro in modo da creare effetti di trasparenza e semitrasparenza, opacità e chiaroscuri.
Mentre, il livello dei layer emerge attraverso gli elementi aggettanti, sporgenti, attraverso gli elementi schermanti che oltre ad avere una funzione di protezione dal sole diventano gli elementi che connotano in maniera decisiva i suoi edifici, sono l'elemento che li caratterizza, che li IDENTIFICA.
Non direi che i due mondi siano sovrapposti, parlerei più di complicità, di dialogo, poichè si ESALTANO a vicenda.


Maria Ragosta 2006
  http://digilander.libero.it/mary.rag/CommentoAffioramenti.html

“…nonostante il tema del risarcimento e della iniezione di naturalità, non si tratta in nessun caso di fare un "Parco" ma bensì, appunto "nuovi brani di città".”

“Nuovi brani di città”…l’altra faccia delle brown areas, ovvero ciò che esse potrebbero/possono diventare dopo un progetto di recupero; Il brutto anatroccolo che diventa un cigno.
“Nuovi brani di città”…non esiste formula migliore per esprimere come sia effettivamente possibile restituire alla città e ai cittadini ciò che legittimamente spetta loro: aree residuali, zone degradate, vuoti urbani trasformati in pezzi unici.
Tutto questo è possibile e qui permettetemi una lunga parentesi: Gehry fa esattamente questo, quando sceglie il sito su cui realizzare il suo Guggenheim Museum; restituisce alla città un pezzo che si era distaccato. Sceglie la zona industriale di Bilbao, una periferia degradata e in parte abbandonata, attraversata dallo stesso fiume che attraversa Bilbao, e allora perché non darle il valore che merita? Ora grazie al Museo di Gehry quella stessa periferia non è abbandonata, né dimenticata, anzi è attiva a livello sociale ed è ben presente nella memoria di molti, è un simbolo. Simbolo di cosa? Di tante cose: è il simbolo della poetica di un architetto, il simbolo dell’epoca delle Informazioni, è il simbolo del riuso del territorio, ma in questo contesto mi sento di dire che è il simbolo della rinascita di un luogo. Il Guggenheim Museum “AFFIORA” eccome dal flusso fluviale (permettetemi l’assonanza) in cui è sito e annoda tra loro diversi layer: il fiume stesso, lo strato industriale, il nuovo strato sociale di flussi di persone che il museo attira. Possiamo pensare che il museo stesso sia fatto di strati tridimensionali che si avvinghiano l’un l’altro.
Ma torniamo in Italia, e pensiamo ad esempio alla zona “Lungotevere delle Idrovore” a Roma: attività commerciali e strade in stato di abbandono e degrado, vegetazione fluviale “disordinata”, Non credete che quest’area, così come molte altre di Roma, debba rinascere? E non credete che possa farlo allo stesso modo della periferia di Bilbao. I requisiti li ha tutti, ha persino il fiume... D’altronde non esiste solo Via del Corso…
Tornando alla frase tratta dal commento, non si tratta di realizzare un parco qui, ma di ridare vita a questi ambiti, renderli di nuovo protagonisti della vita cittadina. Come? Intervenendo su diversi livelli, stratificando l’area in base alle varie attività che si svolgono qui e nei dintorni, studiando i flussi che ogni giorno si muovono da e verso questa zona. Infatti, così come ha fatto il tevere nei secoli, poco distante da là, che ha deviato il suo flusso per un tratto, tagliandone fuori un pezzo, allo stesso modo la vita cittadina, le attività sociali tagliano fuori dalla città i vuoti urbani, Le aree dimesse come questa, Ma il modo per reintegrare questi vuoti alla vita cittadina esiste. Bisogna allora deviare i flussi di automobili, persone, informazioni verso quest’area che è stata tagliata fuori dal vortice.
E qui interviene la mano dell’architetto, anzi più che la mano, la sua immancabile sensibilità. Consapevole delle attitudini umane, dei bisogni e delle necessità di tutti, può ridare vita a questo luogo iniettando fasce e strati che si trasformano: il verde delle aree ludiche si può trasformare in aree con belvedere, e ancora si possono inserire tappeti espositivi all’aperto, percorsi aperti che entrano in spazi chiusi per lo sport,

In seguito sono riportati dei progetti d’intervento dell’ONL Team, gruppo di architetti capeggiato da Oosterhuis. Mi sembrano ottimi esempi di interventi che in molti casi possono ridare vita ad aree degradate.

LO SCHIZZO è IL PRIMO LAYER?
 Dopo la lezione dei layer e dopo aver letto gli articoli di to do, ho cercato di vedere il concetto di stratificazione in un altro modo. Per me questo concetto nella progettazione, ci ha accompagnato dal primo momento che siamo entrati a fare i nostri progetti. La prima stratificazione è stata quella di passare tramite diversi schizzi in scale diverse per tornare di volta in volta sul primo schizzo da cui prendeva spunto il nostro progetto e per fare in modo di non perdere l'idea iniziale. Ma entrando dentro il concetto della stratificazione in Architettura ho capito che la cosa è molto più profonda e prende in se un mondo intero, si può dire tutto quello che ci circonda e che é reale e tutto quello che non si vede e che entra sia nel mondo dell' invisibile, sia nel mondo dell'astratto.

Io penso che quando si parla di stratificazione, questa è una parola che accomuna tutto quello che ci circonda e tutto quello di cui siamo fatti. Cosi come noi stessi siamo complessi e abbiamo bisogno di vari confronti nella vita, la stessa cosa succede in tutti gli altri sistemi.
Architetto è il regista del mondo del costruito, lui ha il dovere di mettere insieme tanti campi diversi e soppratutto saper gestire tutto questo, con lo stesso sistema e logica che si parlava dei layer. La stratificazione in architettura per me significa mettere insieme varie discipline sociali e artistiche. Oggi come mai più le scenografie, gli allestimenti permettono al architetto di fare il regista di un spettacolo vivente urbano.
Gli spazi e gli volumi di oggi sono definiti da una rete invisibile di onde, fibre e flussi tecnologici, gli alberi diventano volume e fanno il gioco del pieno e del vuoto. Sembra che tutto cerca di prendere una definizione infinita dello spazio, ma senza accorgene lo spazio in cui viviamo e definito dai pannelli e sistemi invisibili, come succede nei sistemi di comunicazione dei computer.

Emiljana Xherrai


KK Klee e Koolhaas e molto altro

di Roberto Sommatino 2003   VAI

Highlayers & bylayers

           A parte l'incredibile somiglianza (a prima vista) con certe immagini degli schemi del progetto di Koolhaas per La Villette, in "Highways & byways" di Klee, del 1929, credo siano ravvisabili spunti  interessanti sull'organizzazione dello spazio per layer. Il titolo ci porta apparentemente e volontariamente sulla "cattiva strada" per svelarci dopo un po' il suo senso ironico e paradossale.  .......

segue nel sito con molte Immagini

 VAI


Di paolo diociaiuti : Psicologia, layer e affioramenti: bello

Vai http://spazioweb.inwind.it/paolo_diociaiuti/(p)assaggi/passaggi/passaggiod/suaffioramenti.htm



I layer dalla chimica alle molecole dell'acqua

di Antonia Marmo

....in chimica da un singolo atomo si possono creare tantissimi aggregati di atomi dette molecole. Ma la struttura molecolare, e anche la sua forma, è influenzata dal tipo di legame che si è instaurato tra i singoli atomi della molecola, che a sua volta influenza la struttura e la geometria tra le molecole stesse e quindi di tutto il reticolo cristallino. Questo tipo di legami non è fisso, prevedibile e non è strutturato a priori ma molto flessibile, ....

Vai
 


Ancora sui  lAyer Uno

Layer come Visione anche verticale


 

 

Approfondimenti a cura degli Studenti
Stratificazione

Marco Francioni 2004
Marco Francioni <m.francioni@fastwebnet.it>


se ci pensiamo bene noi creiamo layers, con un cervello fatto di layers.
Sembra strano, ma e' proprio così. Gli "organi" del nostro computer devono le loro ridotte dimensioni e  le loro capacità alla rivoluzione apportata dal sistema di stratificazione di lastre microscopiche in silicio.  Il cervello del nostro computer infatti "vive" ed elabora grazie ad  una quantità numerosa di  sovrapposizioni di layers.
Interessante è vedere come avviene il processo per la produzione del circuito intergrato; questo prevede che ciascun strato del circuito venga inciso separatamente sulla superficie del "wafer? di silicio. Questa tecnica è molto simile a quella adoperata nella stampa delle illustrazioni a colori. In primo luogo, viene eseguita una OEselezione? dei colori della fotografia, scomponendola in quattro diverse lastre (tre colori più il nero), I quattro colori sono poi stampati sovrapponendo con precisione le selezioni?.
Il processo per la fabbricazione del chip utilizza strati di silicio "drogato? ed altri materiali al posto dell?inchiostro, ma la procedura necessaria è molto più complicata di quella usata per la stampa delle "quadricromie?. L?illustrazione riportata qui in basso, mostra come le singole "maschere", ciascuna relativa ad uno strato del circuito, vengono sovrapposte in sequenza, al fine di costruire il microcircuito: in questo caso si tratta di un semplicissimo circuito transistorizzato, ovviamente molto più semplice di un processore, ma basato sullo stesso principio.


 

On 9-04-2003 1:23, "Salvatorluca Tallaro" <lucakr@tiscali.it> wrote:

> Le invio il link ad una delle tantissime pagine web dedicate a Fernandez Arman. Si tratta di un autore contemporaneo che conosco da tempo e che basa la propria ricerca su una tecnica da lui stesso definita accumulazione. Mi sembra interessante per due ordini di motivi: il primo riguarda la prevalenza della composizione sui singoli elementi (tubetti, pennelli, violini affettati) accumulati e incollati sulle tele. Il secondo riguarda il tema dei layers, della stratificazione, ed in particolare l'evidente contrapposizione alla bidimensionalità delle composizioni di Mondrian di cui parlavamo durante l'ultima lezione. Approfondirò il tema appena avrò più tempo

http://www.bugnoartgallery.it/GLI_ARTISTI_-_THE_ARTISTS/ARMAN/arman.htm


Commento affioramenti, Laboratorio di Urbanistica

[...] "E finalmente parliamo del soggetto del mio progetto: il Fiume Tevere. Esclusi i mercati generali, tutto il resto, tutte le zone studiate finora hanno un'unica cosa in comune, il Tevere, che un secolo fa era utilizzato per i trasporti di materie prime e dei prodotti finiti, da sempre il fiume è stato un protagonista fondamentale per i centri industriali, soprattutto nell'Ottocento, proprio in questo periodo la città si allungava verso sud creando sulla Via Ostiense un polo di primissima importanza. Questo fiume rappresenta oggi una risorsa inutilizzata sicuramente difficile da gestire, molto più di una ex fabbrica di sapone, ma con potenzialità di tutt'altra grandezza. Lo stesso nuovo piano ne riconosce e riafferma il forte valore strategico costituendone uno dei punti di massima importanza. Ancora una volta queste vaste aree così compromesse da situazioni di abuso, di degrado, di abbandono, possono diventare opportunità uniche per la città di recuperare spazi verdi aperti, dare una qualità ai quartieri circostanti, e al sistema ambientare del Tevere tutto, di altissimo livello. I motori di questa trasformazione saranno appunto da una parte queste aree ex industriali che hanno già un valore di per se solo perché sono grandi zone libere dentro la città, dei buchi che aspettano di essere riutilizzati; d'altra parte forti soggetti privati che se ne vogliono appropriare e non ultimi tutti quei potenziali soggetti minori che fino ad oggi hanno sfruttato la disattenzione degli organi competenti verso le aree vicine al fiume e che una volta ridestata l'attenzione alla situazione ambientale nel suo complesso hanno tutti gli interessi a regolarizzare la propria situazione. Quindi anch'essi possono essere stimolati all'acquisizione di queste aree libere."

Alessandro Silvestri 03
 

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Vincenzo Tattolo 03

Il link all' approfondimento sui layer (layer e composizione musicale) e non tralasci l'ascolto dei sample musicali http://members.xoom.virgilio.it/_XOOM/tattolo_v/diario_di_bordo/lez_09/layer-linea.htm