", il mondo piatto, il mondo cioè a sole due dimensioni. Il testo
fu scritto da Edwin A. Abbott <http://www.abacci.com/books/authorDetails.asp?authorID=325>
(1838 - 1926) esattamente cento anni fa.
http://www.geom.uiuc.edu/%7Ebanchoff/Flatland/
Il Telaio di
Andrea Sollazzo 2004
Questo contributo si collega alla lezione tenuta lo stesso giorno nella parte monografica e che si intitolava telaio. Vai.
Qui si scopre una relazione tra le due cose (tempo prima dimensione dello spazio e Telaio Terraganano che non era in nessun modo stata esplicitata a lezione e che invece, qui, diventa evidente. Una non trascurabile prova di intelligenze connesse, no?
Leggi il Saggio di AS "tempo prima dimensione dello spazio" nel web site di sollazzo vai
TELAIO secondo me è anche “misura”,un codice dimensionale che rende tangibile lo spazio tridimensionale.Un pò come per l’uomo di Leonardo ,Terragni cala l’uomo in un nuovo spazio più
complesso, tridimensionale che risulta percepibile e controllabile tramite questo sistema di meridiani e paralleli.
Non ragiona più per pianta,prospetto,sezione,ma “crea” nello spazio tridimensionale e usa il telaio spaziale come strumento per controllare e gestire questo mondo che in questo modo non risulta composto da semplici volumi astratti e ideali,ma viene arricchito da un rapporto costante e onnipresente con la dimensione umana.
Si tratta di una griglia globale che circonda l’uomo e ne regola lo spazio;non esiste solo nel progetto,ne esce fuori e avvolge l’intero spazio e l’intero mondo architettonico all’interno del quale i progetti sono i pieni i positivi i pixel anneriti di questa maglia tridimensionale.
Ora mi piace anche provare a pensare come, su questo sistema tridimensionale che trova una sua misura e concretizzazione nel telaio spaziale e che Terragni gestisce con tale maestria e profondità,si possano imprimere proiezioni di mondi diversi di livello superiore entrando cosi nel mondo quadri o addirittura pluridimensionale.
seguendo la sua lezione di oggi (12 maggio) mi è venuta in mente
una storia di Dylan Dog, il mitico investigatore dell’incubo della Bonelli
Editore nato dalla mente di Tiziano Sclavi. Nella storia in questione,
n° 63 “Maelstrom!”, si narra di una porta, un gate d’accesso tra dimensioni
diverse in questo caso tra il bene e il male. Questa porta, il Maelstrom
(enunciato anche da Edgar Allan Poe ma sottoforma di mostruoso gorgo marino),
si apre all’interno di un Ipercubo o Tesseract. Proprio il concetto di
spazio tridimensionale è messo in discussione e il superamento di
questo spazio è possibile solo attraverso un "salto”.
Cordiali saluti, Lorenzo Mastroianni. http://www.elektrosoul.com/cellaprogettuale.htm